Ricerca personalizzata

sabato 9 maggio 2009

TERREMOTO: SFOLLATI SULLA COSTA COME PACCHI; D'INVERNO AL MARE, D'ESTATE IN MONTAGNA

di Lorenzo Dolce

Roseto degli Abruzzi (Teramo) - A poco più di un mese dal terremoto che ha colpito L'Aquila e provincia, sono 30.000 gli sfollati che continuano ad occupare alberghi e villaggi turistici della costa. Se n'è parlato tanto, nei primi giorni, ma l'attenzione ora, tra G8 e ricostruzione, non senza polemiche e strumentalizzazioni politiche, sembra essersi spostata sulle iniziative del Governo, sul decreto legge per l'Abruzzo e sulle enormi risorse che a breve si riverseranno nella regione. Viene meno la componente umana della tragedia, che i media hanno sfruttato fino alla nausea all'inizio dell'emergenza. Il dramma però continua, le persone sono ancora fuori dalle case, ed è presto per dire quando vi potranno rientrare, gli albergatori e gli operatori turistici continuano, instancabili, a lavorare e ad aiutare gli aquilani. Per molti la stagione lavorativa è iniziata con due mesi di anticipo, ma loro, spesso soli, con la lontananza delle istituzioni, con le loro forze, continuano a darsi da fare.


Si è parlato tanto di albergatori, e di alberghi. Quelli grandi, di lusso, che sono a Pescara e Montesilvano. Ma in pochi sanno che diverse migliaia di sfollati sono ospitati nei piccoli villaggi e campeggi di mare. Uno degli esempi di queste realtà minori, amate dai turisti, ma dimenticate dallo spettacolo mediatico che il terremoto è diventato, è il campeggio "Gilda" di Roseto degli Abruzzi, cittadina di mare in provincia di Teramo.


Il piccolo villaggio, gestito da Tommaso Mazza, dispone di 18 bungalow, attualmente tutti occupati dagli aquilani. La stagione sarebbe dovuta iniziare il primo giugno, ma «dal 6 aprile - spiega il titolare - mi sono messo a disposizione di chiunque volesse venire a stare qui. Le prime persone sono arrivate proprio la sera del 6, tre giorni dopo ero al completo». Si è dato da fare Tommaso per aiutare i terremotati. Non ha solo aperto i cancelli del suo villaggio, ma si è messo a disposizione, cercando di andare incontro ad ogni esigenza. All'inizio si è accordato con un villaggio vicino, uno dei più grandi della zona, per il servizio di ristorazione. Dieci giorni dopo, però, è riuscito a ripartire col suo ristorante, fornendo agli ospiti un servizio di pensione completa. Ha ricomposto il suo piccolo staff - oltre lui, 4 persone in cucina ed un operaio, aiutati da alcuni volontari aquilani e non - e il campeggio ora è in piena attività, come se fosse agosto.


«L'iniziativa è stata mia - sottolinea Tommaso -, non ho avuto alcun tipo di contatto con la Protezione civile e con le istituzioni. Una sola volta sono venuti i Carabinieri, ma per altri motivi, c'era stata una piccola lite. Sono stato io ad andare dalle forze dell'ordine per consegnare dei fogli con un censimento degli ospiti». In una situazione del genere ci si aspetta che partano piani ben precisi, che si attivi la struttura prevista per emergenze di questo tipo. «Mancava un responsabile - continua Tommaso -, un coordinamento. Ci son stati tanti proclami sulla grande accoglienza delle istituzioni, ma le istituzioni non hanno accolto nessuno, qui non si è mai visto nessuno, ad accogliere siamo stati noi operatori».


A metà aprile, finalmente, c'è stato un incontro e la questione è stata affrontata anche dal punto di vista economico. Non piace, con tutto quello che è successo, parlare di soldi. Ma gli operatori turistici e i loro fornitori hanno anticipato fino all'ultimo centesimo, e quelli più piccoli erano quasi al collasso. E' stata così stipulata una convenzione tra l'associazione di categoria, la Regione Abruzzo e la Direzione della Protezione civile. Sono emersi dati concreti, cifre. «Per quanto riguarda i campeggi, i villaggi e gli hotel fino a tre stelle - spiega il gestore del camping - sono previsti 43 euro a persona, per un servizio di pensione completa, 30 euro per ogni letto aggiuntivo e 8 euro per i bambini da due a sei anni. Il 50 per cento dei pagamenti, per il periodo fino al 30 aprile, dovrebbe arrivare a breve, mentre il resto ci sarà dato in 60 giorni. Tutto questo è stato stabilito in poche ore, ma per stilare una griglia del genere ci vorrebbero mesi».

Alla fine di tutto, queste cifre standard, non differenziate in base alle singole strutture, si rivelano inadeguate soprattutto per i grandi alberghi di lusso, che da subito hanno espresso preoccupazione per la stagione estiva, sicura fonte di maggiori guadagni. La convenzione attuale, nel frattempo, è valida fino al 18 maggio, poi ce ne sarà un'altra. Così, probabilmente, si capirà anche quale sarà la sorte degli aquilani sulla costa. Tommaso spiega che da quanto è emerso fino ad ora, in via non ancora ufficiale, «gli sfollati saranno trasferiti in appartamenti e strutture turistiche dell'interno». Si prospetta, dunque, ciò che all'inizio, non senza durissime critiche, si era cercato di evitare: gli sfollati trasferiti come pacchi, senza un piano, senza una strategia precisa che tenga conto delle esigenze di tutti.