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domenica 13 gennaio 2008

"Salvi nella speranza", non dalla censura

Luttazzi probabilmente non è simpatico. E’ troppo volgare. Non è divertente. E’ offensivo. La sua resta, in ogni caso, una comicità, se così può essere definita, atipica. Ne ha combinate di tutti i colori. Alcuni hanno riso, altri si sono annoiati. Altri ancora offesi. E’ stato cacciato da Berlusconi e sette mesi fa è tornato. E ora il suo programma “Decameron” viene sospeso.
In un paese libero quale dovrebbe essere il nostro, è legittimo esprimere opinoni. E Luttazzi ha espresso le sue. Per alcuni offensive, ben radicate, a tratti irriverenti. Ma pur sempre opinioni. E forse il problema è proprio questo. Capire quale sia il limite della comicità. La satira come offesa pubblica o un’offesa ai professionisti della satira?
Si diceva che il programma fosse stato sospeso per degli insulti nei confronti di Giuliano Ferrara. Ma il motivo in realtà è un altro. Luttazzi ha espresso le sue opinioni sulla Chiesa e sul Papa. Ha fatto quello che forse tanti avrebbero voluto fare. Ha criticato l’ultima Enciclica di Benedetto XVI. Lo ha fatto passando da un argomento all’altro e toccando temi di grande attualità. Dalle coppie di fatto all’eutanasia. La Chiesa teme le unioni omosessuali. Ma se è un tema così importante, dice giustamente Luttazzi, com’è che Gesù non dice una parola in merito ma al contrario ne dice tante sulla tolleranza, l’accettazione, il non giudicare? Il comico ha definito l’Enciclica “Spe Salvi” più divertente di un barile pieno di anguille. Ha affermato la pericolosità delle religioni. “Esse operano un plagio di massa che ha una funzione sociale di controllo; e che diventa pericolosissimo quando la religione tende a far coincidere il peccato col reato, e a condizionare l’attività dei governi”. Divertente il passaggio sul profilattico. “Il preservativo, a quanto pare, è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato...”. Ha ribadito la necessità della separazione tra Stato e Chiesa così come la aveva indicata Gesù deducendo quindi che, “se il Papa è Cattolico, Cristo non lo era”.
Luttazzi ha mosso un’abile critica; voleva dire cose che nel nostro paese vengono censurate. E alla fine così è stato. L’episodio ricorda vagamente il caso della censura preventiva dell’inchiesta Bbc sui preti pedofili. Come se un pedofilo, essendo prete, avesse il diritto ad essere coperto e protetto.
Dopo la chiusura del programma il comico ha spostato il set al teatro Ambra Jovinelli di Roma. Forse lì è il sipario a garantire uno spazio libero di rappresentazione della realtà. Frutto di tenacia e determinazione. Coerenza e spirito critico. Caratteristiche rare nella nostra società. Tanto di cappello.