Ricerca personalizzata
sabato 24 ottobre 2009
NUOVA MISSIONE DI 'IMPROV EVERYWHERE': UN MUSICAL DAL FRUTTIVENDOLO
Sei attori in incognito mettono in scena un brevissimo musical, all’interno di un negozio di alimentari nel Queens, nell’ambito dell’ultima missione di “Improv Everywhere”. Tre minuti di canzoni e balletti, prima di tornare al loro ruolo di clienti del supermercato. La missione è stata filmata con delle telecamere nascoste.
Improv Everywhere è un’associazione che, nell’area di New York, mette in scena situazioni caotiche e divertenti in luoghi pubblici. Nata nell’agosto del 2001 da un'idea di Charlie Todd, Improv Everywhere ha portato avanti più di 85 missioni che coinvolgono migliaia di agenti in borghese. Sul sito web http://improveverywhere.com è possibile vedere video e foto di tutte le missioni.
Etichette:
fruttivendolo,
improv everywhere,
musical
giovedì 16 luglio 2009
TERREMOTO: "MONTEBELLO 332 - LONTANO DAI RIFLETTORI", DOCUMENTARIO SU PAESE A 80 KM DALL'AQUILA
Raccontare la situazione di uno dei tanti paesi abruzzesi che, pur senza vittime, sono stati duramente colpiti dal terremoto del 6 aprile, rimanendo però distanti dalle telecamere. Con questo intento è nato il documentario "Montebello 332 - lontano dai riflettori", un percorso nelle vie martoriate di Montebello di Bertona, mille abitanti a 600 metri di quota nell'entroterra pescarese.
Il video di venti minuti - realizzato dal giornalista Lorenzo Dolce e dalla documentarista Federica Iannacci - è stato girato nell'arco di una sola giornata, due settimane dopo il sisma che ha devastato L'Aquila, mentre i tecnici erano impegnati nelle verifiche di stabilità di edifici pubblici e privati nel paesino a circa 82 chilometri di strada dal capoluogo abruzzese.
Gli autori hanno seguito gli esperti durante i controlli, portando le telecamere all'interno delle strutture dichiarate inagibili, dal Palazzo Ducale, parzialmente crollato, alla chiesa madre, seriamente lesionata; sono almeno 30 le case inagibili.
Il documentario è online su www.montebello332.tk.
Il video di venti minuti - realizzato dal giornalista Lorenzo Dolce e dalla documentarista Federica Iannacci - è stato girato nell'arco di una sola giornata, due settimane dopo il sisma che ha devastato L'Aquila, mentre i tecnici erano impegnati nelle verifiche di stabilità di edifici pubblici e privati nel paesino a circa 82 chilometri di strada dal capoluogo abruzzese.
Gli autori hanno seguito gli esperti durante i controlli, portando le telecamere all'interno delle strutture dichiarate inagibili, dal Palazzo Ducale, parzialmente crollato, alla chiesa madre, seriamente lesionata; sono almeno 30 le case inagibili.
Il documentario è online su www.montebello332.tk.
"Montebello 332 - lontano dai riflettori" from happylo84 on Vimeo.
Etichette:
documentario,
montebello di bertona,
sisma,
terremoto,
terremoto abruzzo
mercoledì 27 maggio 2009
MISTERIOSO CERCHIO DI GHIACCIO NEL LAGO BAIKAL, ESCLUSI UFO
Uno strano ma perfetto cerchio è apparso sulla superficie ghiacciata del lago Baikal, in Siberia. Gli scienziati hanno escluso subito il coinvolgimento di Ufo, ma sono perplessi sull’origine del misterioso fenomeno geologico, verificatosi nell’area meridionale del lago. A scoprire il fatto sono stati alcuni astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, a 354 chilometri dalla terra.
Il cerchio è apparso per la prima volta il 5 aprile ed è stato chiaramente visibile fino al 27, quando il ghiaccio ha iniziato a spaccarsi. Gli scienziati sostengono che dell’acqua calda sia salita in superficie dando origine al particolare fenomeno, ma restano comunque dei dubbi sull’origine della fonte di calore. Flussi idrotermali sono infatti stati osservati in altre parti del lago, ma non nell’area in cui è apparso il cerchio, dove l’acqua è costantemente fredda.
Il lago Baikal è un lago della Siberia meridionale, diviso fra i territori dell'Oblast' di Irkutsk e della Repubblica di Buriazia. È stato posto sotto la tutela dell'Unesco come patrimonio dell'umanità nel 1996. Si estende su una superficie di 31.500 chilometri quadri e, proprio per questo, è uno dei maggiori laghi al mondo per superficie. Si allunga per 636 chilometri da nord a sud ed è il secondo del mondo per lunghezza dopo il lago Tanganica, con una larghezza media di 48 km. La profondità media del lago è di 730 m, con una massima di 1.620 nella parte centrale. Questi valori ne fanno contemporaneamente il lago d'acqua dolce più profondo del mondo e quello con il volume maggiore. Le sue acque, che ospitando diverse specie di pesci inesistenti nel resto del pianeta, lasciano filtrare lo sguardo fino a più di 40 metri di profondità. Si stima che il Baikal contenga circa il 20% delle riserve d'acqua dolce del pianeta, esclusi i ghiacciai e le calotte polari.
Etichette:
Baikal,
cerchio misterioso,
nasa,
ufo
INVENTATA BICI CON RUOTE PENTAGONALI E TRIANGOLARI, COSI' L'ESERCIZIO E' PIU' INTENSO
Sembra assurdo reinventare la ruota nel 2009, ma è quello che ha fatto l’inventore cinese Guan Baihua. Non si tratta però di ruote comuni. L’uomo, un ufficiale militare di 50 anni, infatti, ha inventato una nuova bicicletta piuttosto curiosa: al posto delle ruote convenzionali ci sono una ruota pentagonale, nella parte anteriore, ed una triangolare, in quella posteriore. Molti, secondo l’inventore, vanno in bici per mantenersi in forma e una bici del genere consente di svolgere una più intensa attività fisica.
Tutti coloro che hanno provato il mezzo sono rimasti sorpresi per la semplicità con cui il velocipede si manovra. Questo perché i bordi delle ruote pentagonali e triangolari non sono perfettamente diritti. Il diametro delle figure, inoltre, è sempre lo stesso, in qualsiasi modo lo si misuri. Il risultato finale è che quando si pedala, anche se la ruota non ha un centro di rotazione fisso, il sellino è sempre alla stessa distanza dal terreno, come in una bici convenzionale.
Tutti coloro che hanno provato il mezzo sono rimasti sorpresi per la semplicità con cui il velocipede si manovra. Questo perché i bordi delle ruote pentagonali e triangolari non sono perfettamente diritti. Il diametro delle figure, inoltre, è sempre lo stesso, in qualsiasi modo lo si misuri. Il risultato finale è che quando si pedala, anche se la ruota non ha un centro di rotazione fisso, il sellino è sempre alla stessa distanza dal terreno, come in una bici convenzionale.
I TAXI DI LONDRA SONO I MIGLIORI AL MONDO, MA ANCHE I PIU' CARI
I taxi neri di Londra sono stati votati i migliori per il servizio che offrono, ma anche giudicati troppo cari (una corsa è quasi mai sotto alle 10 sterline, circa 11,5 euro) in un sondaggio di 1.400 persone, commissionato dal sito Hotels.com, che vede i conducenti dei Black Cab classificarsi come i più amichevoli, i più sicuri e quelli che mostrano la miglior conoscenza della loro città.
I tassì di Londra sono stati anche giudicate come i più puliti e più facili da prendere, mentre i tassisti parigini sono stati votati come i più antipatici, quelli di Bangkok come i più pericolosi nella guida e i taxi di Atene come i più sporchi. Il servizio taxi di New York si è piazzato al secondo posto del sondaggio.
I tassì di Londra sono stati anche giudicate come i più puliti e più facili da prendere, mentre i tassisti parigini sono stati votati come i più antipatici, quelli di Bangkok come i più pericolosi nella guida e i taxi di Atene come i più sporchi. Il servizio taxi di New York si è piazzato al secondo posto del sondaggio.
martedì 26 maggio 2009
GIUDICE LAVORO REINTEGRA MENTANA. MEDIASET: 'SORPRENDENTE, CI APPELLEREMO'
Enrico Mentana dovrà essere reintegrato nel programma Matrix come realizzatore e come conduttore. E’ quanto ha disposto il giudice del tribunale del lavoro di Roma, Guido Rosa, che, accogliendo un ricorso presentato dall'avvocato Domenico D'Amato, ha condannato Rti al pagamento dei danni. Nel ricorso era stato lamentato il fatto che Mentana fosse stato dimissionato ed illegittimamente licenziato. La vicenda scaturì dalla polemiche sorte in seguito alla decisione aziendale di mantenere inalterata la programmazione di Canale 5 in occasione della morte di Eluana Englaro.
Mediaset prende atto della sentenza definendola “sorprendente”. “Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni della stessa, non ancora depositate dai magistrati – sostiene l’azienda in una nota -, ma fin d'ora rendiamo noto che appelleremo questa decisione in tutte le sedi competenti”.
L’attuale conduttore di Matrix, Alessio Vinci, ha detto di non aver niente da dire. “Non ho elementi per commentare – ha affermato -. Sono molto impegnato sul lavoro per la trasmissione”.
Chiede invece l’immediata applicazione della sentenza il deputato Idv Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. “Aldilà di qualsiasi valutazione – sottolinea -, resta comunque l'importanza di una decisione che, evidentemente, ha ritenuto immotivate ed illegittime le modalità dell'allontanamento di Mentana. Quanto accaduto a Mentana (e da troppi colpevolmente sottovalutato) è stato solo il primo campanello di allarme di una nuova stagione di intolleranza che rischia di colpire, di volta in volta, quegli autori e quei cronisti che vorrebbero solo e soltanto continuare a fare il loro mestiere, senza dover rendere omaggio all'imperatore di turno e ai suoi vassalli”.
“Articolo 21 – conclude Giulietti - ha inoltre deciso che nella prossima assemblea il premio speciale Art.21 per la libertà d'informazione sarà assegnato anche all'avvocato Domenico D'Amati, che in questi anni ha sempre difeso le ragioni della libertà contro ogni lista di proscrizione di qualsiasi natura e di qualsiasi colore”.
L’avvocato di Mentana, Domenico D’Amati, intervistato dal direttore di Articolo21 Stefano Corradino, definisce la sentenza “tutt’altro che sorprendente” in quanto il giornalista è stato privato del suo lavoro “dopo avere espresso il suo dissenso dalla linea editoriale in occasione del caso Englaro”.
Il Comitato di redazione di Videonews, di cui fa parte il programma Matrix, si dice “convinto della necessità di recuperare una professionalità, come quella del fondatore del Tg5, fondamentale per tutta l'informazione Mediaset” ed auspica che “la vertenza tra l'Azienda e Enrico Mentana si risolva con la riapertura del dialogo tra le parti superando le incomprensioni che sono state alla base di un rapporto quasi ventennale”.
Mediaset prende atto della sentenza definendola “sorprendente”. “Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni della stessa, non ancora depositate dai magistrati – sostiene l’azienda in una nota -, ma fin d'ora rendiamo noto che appelleremo questa decisione in tutte le sedi competenti”.
L’attuale conduttore di Matrix, Alessio Vinci, ha detto di non aver niente da dire. “Non ho elementi per commentare – ha affermato -. Sono molto impegnato sul lavoro per la trasmissione”.
Chiede invece l’immediata applicazione della sentenza il deputato Idv Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. “Aldilà di qualsiasi valutazione – sottolinea -, resta comunque l'importanza di una decisione che, evidentemente, ha ritenuto immotivate ed illegittime le modalità dell'allontanamento di Mentana. Quanto accaduto a Mentana (e da troppi colpevolmente sottovalutato) è stato solo il primo campanello di allarme di una nuova stagione di intolleranza che rischia di colpire, di volta in volta, quegli autori e quei cronisti che vorrebbero solo e soltanto continuare a fare il loro mestiere, senza dover rendere omaggio all'imperatore di turno e ai suoi vassalli”.
“Articolo 21 – conclude Giulietti - ha inoltre deciso che nella prossima assemblea il premio speciale Art.21 per la libertà d'informazione sarà assegnato anche all'avvocato Domenico D'Amati, che in questi anni ha sempre difeso le ragioni della libertà contro ogni lista di proscrizione di qualsiasi natura e di qualsiasi colore”.
L’avvocato di Mentana, Domenico D’Amati, intervistato dal direttore di Articolo21 Stefano Corradino, definisce la sentenza “tutt’altro che sorprendente” in quanto il giornalista è stato privato del suo lavoro “dopo avere espresso il suo dissenso dalla linea editoriale in occasione del caso Englaro”.
Il Comitato di redazione di Videonews, di cui fa parte il programma Matrix, si dice “convinto della necessità di recuperare una professionalità, come quella del fondatore del Tg5, fondamentale per tutta l'informazione Mediaset” ed auspica che “la vertenza tra l'Azienda e Enrico Mentana si risolva con la riapertura del dialogo tra le parti superando le incomprensioni che sono state alla base di un rapporto quasi ventennale”.
Etichette:
Alessio Vinci,
Canale 5,
Enrico Mentana,
Matrix,
Mediaset
martedì 12 maggio 2009
2 MILIONI DI DOWNLOAD ILLEGALI PER BRANO 'DOMANI', 4 MLN DI EURO SOTTRATTI ALL'ABRUZZO
La Federazione contro la pirateria musicale (Fpm) ha rilevato una notevole diffusione illegale, in particolare su eMule, del brano “Domani - 21 aprile 2009”, realizzato da oltre 50 artisti italiani, capitanati da Jovanotti e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, per raccogliere fondi per la ricostruzione in Abruzzo. "Ci sono migliaia di copie del brano e del video messi a disposizione sulle reti P2P con decine di migliaia di download illegali ogni giorno", sottolinea il segretario generale di Fpm, Luca Vespignani, aggiungendo di aver segnalato i fatti alla Guardia di Finanza, che è attiva sul fronte della lotta alla pirateria digitale, affinché "vi sia una rapida azione per contrastare questa diffusione illegale. In questo caso il danno va oltre la semplice pirateria musicale, si danneggia un'azione benefica".
Due milioni di download e quattro milioni di euro sottratti alla beneficenza: questi sarebbero, secondo alcuni siti web, i numeri dietro al download illegale del brano. Durissimi i commenti sulla vicenda.
La prima a denunciare la situazione è stata Caterina Caselli che, con la sua casa discografica, ha prodotto gratuitamente il pezzo. “Non credevo – dice Caselli - che ci fosse così tanta gente che da una parte depaupera una inizia¬tiva senza precedenti e dall’al¬tra disprezza il lavoro gratuito che decine di artisti famosi e centinaia di persone sconosciu¬te hanno messo in atto“.
Il manager di Jovanotti rincara la dose: “Il problema – afferma - è che nessuno di coloro che scaricano illegal¬mente musica si sente in colpa. Sarà ora che comincino, come succede in altri Paesi”.
Il giornalista di Repubblica Ernesto Assante sostiene invece che se i download fossero davvero due milioni, “saremmo di fronte a una notizia clamorosa, stupefacente, importantissima. Anzi a più notizie dirompenti. La prima è che in Italia c’è una diffusione della musica digitale assolutamente superiore a quella dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, dove a mia memoria nessun brano è mai riuscito a totalizzare due milioni di download in pochi giorni. La seconda, non meno rilevante, è che il mercato futuro della musica sarà certamente prospero, perchè se si riuscirà a convertire solo un quarto di quegli scaricatori illegali, circa cinquecentomila, al download a pagamento – conclude Assante - il futuro della discografia sarà decisamente più florido di quanto non sia oggi”.
Il video di "Domani - 21 aprile 2009"
Due milioni di download e quattro milioni di euro sottratti alla beneficenza: questi sarebbero, secondo alcuni siti web, i numeri dietro al download illegale del brano. Durissimi i commenti sulla vicenda.
La prima a denunciare la situazione è stata Caterina Caselli che, con la sua casa discografica, ha prodotto gratuitamente il pezzo. “Non credevo – dice Caselli - che ci fosse così tanta gente che da una parte depaupera una inizia¬tiva senza precedenti e dall’al¬tra disprezza il lavoro gratuito che decine di artisti famosi e centinaia di persone sconosciu¬te hanno messo in atto“.
Il manager di Jovanotti rincara la dose: “Il problema – afferma - è che nessuno di coloro che scaricano illegal¬mente musica si sente in colpa. Sarà ora che comincino, come succede in altri Paesi”.
Il giornalista di Repubblica Ernesto Assante sostiene invece che se i download fossero davvero due milioni, “saremmo di fronte a una notizia clamorosa, stupefacente, importantissima. Anzi a più notizie dirompenti. La prima è che in Italia c’è una diffusione della musica digitale assolutamente superiore a quella dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, dove a mia memoria nessun brano è mai riuscito a totalizzare due milioni di download in pochi giorni. La seconda, non meno rilevante, è che il mercato futuro della musica sarà certamente prospero, perchè se si riuscirà a convertire solo un quarto di quegli scaricatori illegali, circa cinquecentomila, al download a pagamento – conclude Assante - il futuro della discografia sarà decisamente più florido di quanto non sia oggi”.
Il video di "Domani - 21 aprile 2009"
sabato 9 maggio 2009
TERREMOTO: SFOLLATI SULLA COSTA COME PACCHI; D'INVERNO AL MARE, D'ESTATE IN MONTAGNA
di Lorenzo Dolce
Roseto degli Abruzzi (Teramo) - A poco più di un mese dal terremoto che ha colpito L'Aquila e provincia, sono 30.000 gli sfollati che continuano ad occupare alberghi e villaggi turistici della costa. Se n'è parlato tanto, nei primi giorni, ma l'attenzione ora, tra G8 e ricostruzione, non senza polemiche e strumentalizzazioni politiche, sembra essersi spostata sulle iniziative del Governo, sul decreto legge per l'Abruzzo e sulle enormi risorse che a breve si riverseranno nella regione. Viene meno la componente umana della tragedia, che i media hanno sfruttato fino alla nausea all'inizio dell'emergenza. Il dramma però continua, le persone sono ancora fuori dalle case, ed è presto per dire quando vi potranno rientrare, gli albergatori e gli operatori turistici continuano, instancabili, a lavorare e ad aiutare gli aquilani. Per molti la stagione lavorativa è iniziata con due mesi di anticipo, ma loro, spesso soli, con la lontananza delle istituzioni, con le loro forze, continuano a darsi da fare.
Si è parlato tanto di albergatori, e di alberghi. Quelli grandi, di lusso, che sono a Pescara e Montesilvano. Ma in pochi sanno che diverse migliaia di sfollati sono ospitati nei piccoli villaggi e campeggi di mare. Uno degli esempi di queste realtà minori, amate dai turisti, ma dimenticate dallo spettacolo mediatico che il terremoto è diventato, è il campeggio "Gilda" di Roseto degli Abruzzi, cittadina di mare in provincia di Teramo.
Il piccolo villaggio, gestito da Tommaso Mazza, dispone di 18 bungalow, attualmente tutti occupati dagli aquilani. La stagione sarebbe dovuta iniziare il primo giugno, ma «dal 6 aprile - spiega il titolare - mi sono messo a disposizione di chiunque volesse venire a stare qui. Le prime persone sono arrivate proprio la sera del 6, tre giorni dopo ero al completo». Si è dato da fare Tommaso per aiutare i terremotati. Non ha solo aperto i cancelli del suo villaggio, ma si è messo a disposizione, cercando di andare incontro ad ogni esigenza. All'inizio si è accordato con un villaggio vicino, uno dei più grandi della zona, per il servizio di ristorazione. Dieci giorni dopo, però, è riuscito a ripartire col suo ristorante, fornendo agli ospiti un servizio di pensione completa. Ha ricomposto il suo piccolo staff - oltre lui, 4 persone in cucina ed un operaio, aiutati da alcuni volontari aquilani e non - e il campeggio ora è in piena attività, come se fosse agosto.
«L'iniziativa è stata mia - sottolinea Tommaso -, non ho avuto alcun tipo di contatto con la Protezione civile e con le istituzioni. Una sola volta sono venuti i Carabinieri, ma per altri motivi, c'era stata una piccola lite. Sono stato io ad andare dalle forze dell'ordine per consegnare dei fogli con un censimento degli ospiti». In una situazione del genere ci si aspetta che partano piani ben precisi, che si attivi la struttura prevista per emergenze di questo tipo. «Mancava un responsabile - continua Tommaso -, un coordinamento. Ci son stati tanti proclami sulla grande accoglienza delle istituzioni, ma le istituzioni non hanno accolto nessuno, qui non si è mai visto nessuno, ad accogliere siamo stati noi operatori».
A metà aprile, finalmente, c'è stato un incontro e la questione è stata affrontata anche dal punto di vista economico. Non piace, con tutto quello che è successo, parlare di soldi. Ma gli operatori turistici e i loro fornitori hanno anticipato fino all'ultimo centesimo, e quelli più piccoli erano quasi al collasso. E' stata così stipulata una convenzione tra l'associazione di categoria, la Regione Abruzzo e la Direzione della Protezione civile. Sono emersi dati concreti, cifre. «Per quanto riguarda i campeggi, i villaggi e gli hotel fino a tre stelle - spiega il gestore del camping - sono previsti 43 euro a persona, per un servizio di pensione completa, 30 euro per ogni letto aggiuntivo e 8 euro per i bambini da due a sei anni. Il 50 per cento dei pagamenti, per il periodo fino al 30 aprile, dovrebbe arrivare a breve, mentre il resto ci sarà dato in 60 giorni. Tutto questo è stato stabilito in poche ore, ma per stilare una griglia del genere ci vorrebbero mesi».
Alla fine di tutto, queste cifre standard, non differenziate in base alle singole strutture, si rivelano inadeguate soprattutto per i grandi alberghi di lusso, che da subito hanno espresso preoccupazione per la stagione estiva, sicura fonte di maggiori guadagni. La convenzione attuale, nel frattempo, è valida fino al 18 maggio, poi ce ne sarà un'altra. Così, probabilmente, si capirà anche quale sarà la sorte degli aquilani sulla costa. Tommaso spiega che da quanto è emerso fino ad ora, in via non ancora ufficiale, «gli sfollati saranno trasferiti in appartamenti e strutture turistiche dell'interno». Si prospetta, dunque, ciò che all'inizio, non senza durissime critiche, si era cercato di evitare: gli sfollati trasferiti come pacchi, senza un piano, senza una strategia precisa che tenga conto delle esigenze di tutti.
Roseto degli Abruzzi (Teramo) - A poco più di un mese dal terremoto che ha colpito L'Aquila e provincia, sono 30.000 gli sfollati che continuano ad occupare alberghi e villaggi turistici della costa. Se n'è parlato tanto, nei primi giorni, ma l'attenzione ora, tra G8 e ricostruzione, non senza polemiche e strumentalizzazioni politiche, sembra essersi spostata sulle iniziative del Governo, sul decreto legge per l'Abruzzo e sulle enormi risorse che a breve si riverseranno nella regione. Viene meno la componente umana della tragedia, che i media hanno sfruttato fino alla nausea all'inizio dell'emergenza. Il dramma però continua, le persone sono ancora fuori dalle case, ed è presto per dire quando vi potranno rientrare, gli albergatori e gli operatori turistici continuano, instancabili, a lavorare e ad aiutare gli aquilani. Per molti la stagione lavorativa è iniziata con due mesi di anticipo, ma loro, spesso soli, con la lontananza delle istituzioni, con le loro forze, continuano a darsi da fare.
Si è parlato tanto di albergatori, e di alberghi. Quelli grandi, di lusso, che sono a Pescara e Montesilvano. Ma in pochi sanno che diverse migliaia di sfollati sono ospitati nei piccoli villaggi e campeggi di mare. Uno degli esempi di queste realtà minori, amate dai turisti, ma dimenticate dallo spettacolo mediatico che il terremoto è diventato, è il campeggio "Gilda" di Roseto degli Abruzzi, cittadina di mare in provincia di Teramo.
Il piccolo villaggio, gestito da Tommaso Mazza, dispone di 18 bungalow, attualmente tutti occupati dagli aquilani. La stagione sarebbe dovuta iniziare il primo giugno, ma «dal 6 aprile - spiega il titolare - mi sono messo a disposizione di chiunque volesse venire a stare qui. Le prime persone sono arrivate proprio la sera del 6, tre giorni dopo ero al completo». Si è dato da fare Tommaso per aiutare i terremotati. Non ha solo aperto i cancelli del suo villaggio, ma si è messo a disposizione, cercando di andare incontro ad ogni esigenza. All'inizio si è accordato con un villaggio vicino, uno dei più grandi della zona, per il servizio di ristorazione. Dieci giorni dopo, però, è riuscito a ripartire col suo ristorante, fornendo agli ospiti un servizio di pensione completa. Ha ricomposto il suo piccolo staff - oltre lui, 4 persone in cucina ed un operaio, aiutati da alcuni volontari aquilani e non - e il campeggio ora è in piena attività, come se fosse agosto.
«L'iniziativa è stata mia - sottolinea Tommaso -, non ho avuto alcun tipo di contatto con la Protezione civile e con le istituzioni. Una sola volta sono venuti i Carabinieri, ma per altri motivi, c'era stata una piccola lite. Sono stato io ad andare dalle forze dell'ordine per consegnare dei fogli con un censimento degli ospiti». In una situazione del genere ci si aspetta che partano piani ben precisi, che si attivi la struttura prevista per emergenze di questo tipo. «Mancava un responsabile - continua Tommaso -, un coordinamento. Ci son stati tanti proclami sulla grande accoglienza delle istituzioni, ma le istituzioni non hanno accolto nessuno, qui non si è mai visto nessuno, ad accogliere siamo stati noi operatori».
A metà aprile, finalmente, c'è stato un incontro e la questione è stata affrontata anche dal punto di vista economico. Non piace, con tutto quello che è successo, parlare di soldi. Ma gli operatori turistici e i loro fornitori hanno anticipato fino all'ultimo centesimo, e quelli più piccoli erano quasi al collasso. E' stata così stipulata una convenzione tra l'associazione di categoria, la Regione Abruzzo e la Direzione della Protezione civile. Sono emersi dati concreti, cifre. «Per quanto riguarda i campeggi, i villaggi e gli hotel fino a tre stelle - spiega il gestore del camping - sono previsti 43 euro a persona, per un servizio di pensione completa, 30 euro per ogni letto aggiuntivo e 8 euro per i bambini da due a sei anni. Il 50 per cento dei pagamenti, per il periodo fino al 30 aprile, dovrebbe arrivare a breve, mentre il resto ci sarà dato in 60 giorni. Tutto questo è stato stabilito in poche ore, ma per stilare una griglia del genere ci vorrebbero mesi».
Alla fine di tutto, queste cifre standard, non differenziate in base alle singole strutture, si rivelano inadeguate soprattutto per i grandi alberghi di lusso, che da subito hanno espresso preoccupazione per la stagione estiva, sicura fonte di maggiori guadagni. La convenzione attuale, nel frattempo, è valida fino al 18 maggio, poi ce ne sarà un'altra. Così, probabilmente, si capirà anche quale sarà la sorte degli aquilani sulla costa. Tommaso spiega che da quanto è emerso fino ad ora, in via non ancora ufficiale, «gli sfollati saranno trasferiti in appartamenti e strutture turistiche dell'interno». Si prospetta, dunque, ciò che all'inizio, non senza durissime critiche, si era cercato di evitare: gli sfollati trasferiti come pacchi, senza un piano, senza una strategia precisa che tenga conto delle esigenze di tutti.
Etichette:
albergatori,
dl abruzzo,
roseto degli abruzzi,
sfollati,
terremoto abruzzo
venerdì 8 maggio 2009
AUTORI DOCUMENTARIO 'LA BRUTTA STAGIONE' REALIZZANO SECONDA PARTE SU SISMA
Dopo il devastante terremoto che ha colpito l'Abruzzo, i sei giornalisti praticanti autori del documentario "la brutta stagione - cronaca di un voto" hanno deciso di realizzare una seconda parte del video, dedicata proprio alla tragedia abruzzese. Il video postato qui sotto è il trailer de "la brutta stagione 2".
Il documentario "la brutta stagione - cronaca di un voto" - realizzato da Stefano Buda, Fabiana Calsolaro, Pier Paolo Di Nenno, Lorenzo Dolce, Barbara Gambacorta e Francesco Paolucci, con il coordinamento dell'inviato del Tg2, Angelo Figorilli - racconta le elezioni regionali abruzzesi partendo dall'arresto del governatore Ottaviano Del Turco e dagli scandali di Sanitopoli, per approdare alla crisi economica e alle conseguenze sui lavoratori.
Il video, proiettato in anteprima il 21 marzo nel Museo Vittoria Colonna di Pescara, è visionabile in questo post oppure sul sito ufficiale http://www.labruttastagione.tk.
Il documentario "la brutta stagione - cronaca di un voto" - realizzato da Stefano Buda, Fabiana Calsolaro, Pier Paolo Di Nenno, Lorenzo Dolce, Barbara Gambacorta e Francesco Paolucci, con il coordinamento dell'inviato del Tg2, Angelo Figorilli - racconta le elezioni regionali abruzzesi partendo dall'arresto del governatore Ottaviano Del Turco e dagli scandali di Sanitopoli, per approdare alla crisi economica e alle conseguenze sui lavoratori.
Il video, proiettato in anteprima il 21 marzo nel Museo Vittoria Colonna di Pescara, è visionabile in questo post oppure sul sito ufficiale http://www.labruttastagione.tk.
LA BRUTTA STAGIONE - CRONACA DI UN VOTO from Lorenzo Do on Vimeo.
Etichette:
abruzzo,
documentario,
la brutta stagione,
terremoto,
terremoto abruzzo
giovedì 7 maggio 2009
SU YOUTUBE IL VIDEO DI UN GIORNALISTA AQUILANO 'TERREMUTATO'
Il video postato di seguito è stato realizzato da Francesco Paolucci, un collega aquilano di 27 anni. In poco meno di cinque minuti, a modo suo, in questa che lui chiama "Nota video di un terremotato", racconta le sensazioni provate a partire dalle 3.32 di lunedì 6 aprile. Spiega inoltre che piuttosto che essere definito terremotato preferisce definirsi "terremutato". Il perché si capisce dal video.
Etichette:
giornalisti,
terremoto abruzzo,
video
lunedì 20 aprile 2009
TERREMOTO ABRUZZO: GOOGLE NON AGGIORNA MAPPE L'AQUILA
Per il principale motore di ricerca al mondo, Google, è come se il terremoto in Abruzzo non ci fosse mai stato: le immagini delle cliccatissime Google maps infatti non sono state ancora aggiornate e la città appare così com'era prima del devastante sisma. Il fatto - notato in principio da molti navigatori - è stato segnalato da alcuni siti di informazione ed è stato ribattuto da una delle principali agenzie di informazione.
Digitanto "L'Aquila" nel motore di ricerca, le mappe rivelano ancora case intatte, strade ordinate e nessuna tendopoli. C'è già chi parla di bug di sistema o di grave distrazione, ma in realtà Google ha sempre sottolineato che le mappe messe a disposizione degli utenti hanno diversi mesi di vita, in alcuni casi anche anni. Sarebbe impensabile aggiornare tempestivamente le mappe di tutto il pianeta, soprattutto considerando che il servizio offerto è completamente gratuito.
Google di frequente comunica gli aggiornamenti delle mappe, soprattutto da un punto di vista della risoluzione, senza soffermarsi sui tanti avvenimenti che, da un punto di vista geografico, riguardano le diverse parti del mondo.
Digitanto "L'Aquila" nel motore di ricerca, le mappe rivelano ancora case intatte, strade ordinate e nessuna tendopoli. C'è già chi parla di bug di sistema o di grave distrazione, ma in realtà Google ha sempre sottolineato che le mappe messe a disposizione degli utenti hanno diversi mesi di vita, in alcuni casi anche anni. Sarebbe impensabile aggiornare tempestivamente le mappe di tutto il pianeta, soprattutto considerando che il servizio offerto è completamente gratuito.
Google di frequente comunica gli aggiornamenti delle mappe, soprattutto da un punto di vista della risoluzione, senza soffermarsi sui tanti avvenimenti che, da un punto di vista geografico, riguardano le diverse parti del mondo.
Etichette:
google,
google earth,
google maps,
immagini satellitari,
l'aquila,
mappe,
terremoto abruzzo
DONNA CINESE UCCISA IN TRENO DA MALATTIA SCONOSCIUTA, E' MISTERO
E’ mistero sulla morte di una donna cinese di 24 anni che, lo scorso 15 aprile, è stata uccisa da una malattia sconosciuta mentre viaggiava su un treno diretto da Blagoveshchensk, nella Russia orientale, a Mosca. Inizialmente si sospettava la Sars, la Sindrome respiratoria severa acuta comparsa in Asia nel 2003, ma le analisi condotte immediatamente sui tessuti della donna hanno portato ad escludere questa ipotesi.
E' inoltre escluso che a provocare la morte sia stato un virus influenzale: ''le biopsie di polmoni, intestino e cervello della donna - secondo quanto riporta la rete degli infettivologi - non mostrano evidenza di infezione dovuta alla Sars, ne' ai virus influenzali del tipo H1, H3 e B, ne' dei virus influenzali altamente patogeni del tipo H5, H7 e H9''.
Nel frattempo la carrozza sulla quale viaggiava la donna e' stata staccata dal treno nella stazione di Zuyevka nello stesso giorno della morte e ne e' stata disposta la disinfestazione. I 51 passeggeri (tutti provenienti dalla Cina) e due membri del personale sono stati ricoverati. Alcuni di essi hanno la febbre. Misure di quarantena sono state inoltre applicate ai passeggeri e al personale della prima e della terza carrozza.
E' inoltre escluso che a provocare la morte sia stato un virus influenzale: ''le biopsie di polmoni, intestino e cervello della donna - secondo quanto riporta la rete degli infettivologi - non mostrano evidenza di infezione dovuta alla Sars, ne' ai virus influenzali del tipo H1, H3 e B, ne' dei virus influenzali altamente patogeni del tipo H5, H7 e H9''.
Nel frattempo la carrozza sulla quale viaggiava la donna e' stata staccata dal treno nella stazione di Zuyevka nello stesso giorno della morte e ne e' stata disposta la disinfestazione. I 51 passeggeri (tutti provenienti dalla Cina) e due membri del personale sono stati ricoverati. Alcuni di essi hanno la febbre. Misure di quarantena sono state inoltre applicate ai passeggeri e al personale della prima e della terza carrozza.
Etichette:
cinese,
malattia sconosciuta,
misteri,
russia,
sars
giovedì 16 aprile 2009
CITTADINI RACCOLGONO 10 MILA EURO PER FESTA DI PASQUA E LI VOGLIONO DONARE AI TERREMOTATI, MA IL PARROCO SI OPPONE
Piane d'Archi (Chieti) - “Prete o ladro? E’ arrivato il momento di dire basta. Il nostro caro parroco compie azioni che neanche un criminale avrebbe il barbaro coraggio di commettere”. E’ la denuncia anonima di alcuni cittadini di Piane D'Archi, frazione di Archi (Chieti), che, con una lettera, criticano duramente il proprio parroco, Don Michele Sorino, per non aver voluto donare circa 10mila euro, raccolti nell’ambito dell’organizzazione di una festa comunale, agli abruzzesi colpiti dal tragico sisma dello scorso 6 aprile.
Ogni anno in paese si raccolgono i soldi per la festa del cosiddetto “ottavo di Pasqua”. Quest'anno la raccolta è stata interrotta in anticipo a causa del terremoto, ma si è comunque arrivati ad una somma ingente che i cittadini avrebbero voluto devolvere in favore dei terremotati. Il parroco però, quando il comitato organizzatore ha illustrato la proposta, ha rifiutato sostenendo che quei soldi sono necessari per la chiesa di Piane D’Archi. Al termine della messa di Pasqua il prete ha quindi comunicato che la festa non ci sarebbe stata, che sui soldi donati i cittadini non avevano più alcun diritto e che è lui l’unico a poter decidere cosa fare di quella somma. Ha, inoltre, aggiunto che quei soldi ai terremotati non servono in quanto la chiesa ha già pensato ad aiutarli.
Gli autori della lettera invitano la popolazione, a detta loro “sdegnata, schifata e amareggiata”, a “disertare tutte le funzioni e a dire basta a questa arroganza e cattiveria”, invitando Don Michele Sorino ad “andarsene via”.
“La domenica dopo Pasqua – si legge nella lettera – nel nostro paese c’è la festa, e per questa ricorrenza si raccoglie del denaro, c’è gente che è rimasta senza casa e la cosa migliore da fare è dare un aiuto concreto. Ma Do Nascimento con l’aiuto occulto di Vanna Marchi fa tutto il contrario di quello che qualsiasi persona con un briciolo di umanità farebbe”. Nel testo compaiono espliciti riferimenti ai maghi televisivi denunciati dal programma “Striscia la notizia”: Don Michele Sorino viene paragonato al maestro Do Nascimento, mentre la suora che con lui convive è paragonata a Vanna Marchi.
Ogni anno in paese si raccolgono i soldi per la festa del cosiddetto “ottavo di Pasqua”. Quest'anno la raccolta è stata interrotta in anticipo a causa del terremoto, ma si è comunque arrivati ad una somma ingente che i cittadini avrebbero voluto devolvere in favore dei terremotati. Il parroco però, quando il comitato organizzatore ha illustrato la proposta, ha rifiutato sostenendo che quei soldi sono necessari per la chiesa di Piane D’Archi. Al termine della messa di Pasqua il prete ha quindi comunicato che la festa non ci sarebbe stata, che sui soldi donati i cittadini non avevano più alcun diritto e che è lui l’unico a poter decidere cosa fare di quella somma. Ha, inoltre, aggiunto che quei soldi ai terremotati non servono in quanto la chiesa ha già pensato ad aiutarli.
Gli autori della lettera invitano la popolazione, a detta loro “sdegnata, schifata e amareggiata”, a “disertare tutte le funzioni e a dire basta a questa arroganza e cattiveria”, invitando Don Michele Sorino ad “andarsene via”.
“La domenica dopo Pasqua – si legge nella lettera – nel nostro paese c’è la festa, e per questa ricorrenza si raccoglie del denaro, c’è gente che è rimasta senza casa e la cosa migliore da fare è dare un aiuto concreto. Ma Do Nascimento con l’aiuto occulto di Vanna Marchi fa tutto il contrario di quello che qualsiasi persona con un briciolo di umanità farebbe”. Nel testo compaiono espliciti riferimenti ai maghi televisivi denunciati dal programma “Striscia la notizia”: Don Michele Sorino viene paragonato al maestro Do Nascimento, mentre la suora che con lui convive è paragonata a Vanna Marchi.
venerdì 10 aprile 2009
ROCCA CALASCIO, UN SIMBOLO DELL'ABRUZZO CHE NON CROLLA
(ANSA) - L'AQUILA, 10 APR - Lassu', a 1500 metri, c'e' una fortezza che resiste. E' il simbolo dell'Abruzzo che non vuole arrendersi alla furia degli elementi; e' l'esempio di pietra della perseveranza abruzzese. Le pietre di calcare chiaro con cui e' costruito il castello di Rocca Calascio sono li' da piu' di mille anni, e hanno retto a scosse, devastazioni, razzie.
Per salire fino a qui, si percorre la strada che dall'Aquila va verso Santo Stefano di Sessanio, un altro degli splendidi borghi dell'Abruzzo medioevale colpiti dal terremoto. La meravigliosa torre circolare di Santo Stefano, costruita dai Medici, e' ormai un cumulo di macerie smozzicate. Il paesaggio e' aspro, campi strappati alle pietre per coltivare le lenticchie e per far pascolare le pecore. La gente ha lasciato le case pericolanti, e si e' rifugiata nelle tende allestite dalla protezione civile. La strada prosegue tagliando il fianco della montagna. Dopo qualche curva appare in alto il castello di Rocca Calascio, nato per difendere il ricco commercio fiorentino medioevale della lana: il primo nucleo risale al 1100, ma forse ancora prima c'era una fortificazione di epoca romana.
Quando la terra ha tremato, anche il castello ha ondeggiato, insieme alle case del Quattro e del Cinquecento adagiate ai suoi piedi; ma, quando tutto si e' fermato, era ancora in piedi, proteso come sempre sulla valle del Tirino, difeso a sua volta dall'imponente catena del Gran Sasso. Paolo e suo moglie Susanna sono oggi il motore della ripresa di questo antico borgo. Sono arrivati qui da Roma venti anni fa e hanno ridato vita al paese, che dal 1957 era completamente disabitato. Con loro e' nato prima un rifugio, poi un ostello, quindi un ristorante. Quassu' hanno messo al mondo cinque figli, che hanno ripopolato le stradine di acciottolato che si insinuano tra le vecchie case. Attirati dalla bellezza del posto, i turisti vengono ogni anno sempre piu' numerosi, dall'Italia, dalla Germania, dall'Inghilterra, in ogni stagione, animando la rinascita del vecchio borgo abbandonato.
Dopo il terremoto, pero', Paolo e Susanna hanno dovuto lasciare il paese, per paura che il susseguirsi delle scosse possa rompere il precario equilibrio che tiene in piedi le bianche pietre con cui e' costruito. Sono fuggiti a Roma, dopo aver recuperato dalle macerie due dei loro figli, i piu' grandi, che la notte di lunedi' si trovavano all'Aquila. ''Non riuscivano a uscire dalla porta di casa perche' si era bloccata. Per fortuna un vicino l'ha sfondata a colpi d'ascia'', racconta Paolo. Con loro hanno portato anche una decina di amici aquilani scampati alla tragedia: tra di loro il direttore d'orchestra Orazio Puccella, che si e' salvato gettandosi dal secondo piano, e la pianista russa Svetlana Pekarskaya. Oggi, pero', Paolo e' tornato quassu'.
''Non ce la faccio a restare lontano. Viviamo qui, non intendiamo rinunciare a quello che abbiamo costruito''. Forse piantera' una tenda di fronte alla casa, per starle vicino e non perdere il contatto con l'incantesimo di questo posto che ha plasmato la sua vita e quello della sua famiglia. ''Non voglio che questo posto torni a essere un paese fantasma che era un tempo. Rocca Calascio deve continuare a vivere.
Per ora, pero', le case del borgo sono state dichiarate inagibili''. Quando sara' finita l'emergenza, saranno gli ingegneri a decretare il destino di questo posto sospeso tra terra e nuvole. Ma intanto il castello e' li', con i suoi bastioni massicci, a trasmettere saldezza a Paolo e a tutti gli abitanti di queste terre che vogliono ricominciare.
DOPO IL TERREMOTO L'AQUILA SI E' SPOSTATA DI 15 CENTIMETRI
In seguito al forte sisma che il 6 aprile ha colpito L'Aquila e provincia, il capoluogo abruzzese si è spostato complessivamente di circa 15 centimetri. E' quanto risulta dai dati rilevati dai satelliti Cosmo SkyMed, di Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ministero della Difesa, analizzati sia dalla societa' e-Geos (Asi-Telespazio), che dall'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr).
Le immagini diffuse oggi dall'Asi sono la combinazione interferometrica delle immagini rilevate dai satelliti prima del terremoto (23 marzo) e dopo (8 aprile). Lo spostamento del suolo e' stato evidenziato con isce di colore diverso, dal giallo al blu, ognuna delle quali corrisponde ad uno spostamento di 15 millimetri. Nell'area piu' colpita dal sisma, quella intorno a L'Aquila, si concentrano ben dieci frange, indice di una deformazione pari, complessivamente, a circa 15 centimetri.
Le immagini diffuse oggi dall'Asi sono la combinazione interferometrica delle immagini rilevate dai satelliti prima del terremoto (23 marzo) e dopo (8 aprile). Lo spostamento del suolo e' stato evidenziato con isce di colore diverso, dal giallo al blu, ognuna delle quali corrisponde ad uno spostamento di 15 millimetri. Nell'area piu' colpita dal sisma, quella intorno a L'Aquila, si concentrano ben dieci frange, indice di una deformazione pari, complessivamente, a circa 15 centimetri.
giovedì 9 aprile 2009
''LA MUSICA PER L'ABRUZZO'' - IL MONDO DELLA MUSICA IN AIUTO ALLE VITTIME DEL SISMA
E' stata concepita in corsa, in queste ultime ore, "La Musica per l'Abruzzo", iniziativa benefica ad oggi supportata - oltre che da Rockol (il maggior sito web d’informazione musicale) - dalle maggiori realtà della discografia e della musica dal vivo.
L’obiettivo del progetto è raccogliere, nel giro dei prossimi 30 giorni, una somma pari a 250.000 euro da devolvere all'associazione che sembrerà, agli occhi dei promotori, più meritevole, pratica, concreta e rapida nel portare soccorso alla popolazione abruzzese, colpita lo scorso 6 aprile da un terribile sisma che, ad oggi, ha causato oltre 250 vittime e decine di migliaia di sfollati. Inoltre, a testimonianza della grande “intraprendenza” che contraddistingue il mondo della musica, a sole 24 ore dal debutto dell’iniziativa, aumenta la mobilitazione degli addetti ai lavori per “La Musica per l’Abruzzo” e crescono le adesioni dei sostenitori.
Tutti i particolari sull'iniziativa, su come donare il proprio contributo o contattare gli organizzatori sono disponibili a questo indirizzo: http://www.rockol.it/la_musica_per_l_abruzzo .
L’obiettivo del progetto è raccogliere, nel giro dei prossimi 30 giorni, una somma pari a 250.000 euro da devolvere all'associazione che sembrerà, agli occhi dei promotori, più meritevole, pratica, concreta e rapida nel portare soccorso alla popolazione abruzzese, colpita lo scorso 6 aprile da un terribile sisma che, ad oggi, ha causato oltre 250 vittime e decine di migliaia di sfollati. Inoltre, a testimonianza della grande “intraprendenza” che contraddistingue il mondo della musica, a sole 24 ore dal debutto dell’iniziativa, aumenta la mobilitazione degli addetti ai lavori per “La Musica per l’Abruzzo” e crescono le adesioni dei sostenitori.
Tutti i particolari sull'iniziativa, su come donare il proprio contributo o contattare gli organizzatori sono disponibili a questo indirizzo: http://www.rockol.it/la_musica_per_l_abruzzo .
FRA GLI SFOLLATI NEGLI HOTEL DI MONTESILVANO. UNA STANZA D'ALBERGO E FINGERE NORMALITA'
da "Liberazione" di mercoledì 8 aprile 2009
di Lorenzo Dolce
Montesilvano (Pescara) - Nella hall c'è un caos stranamente ordinato. Le persone, con una compostezza ed un silenzio insolito per noi italiani, attendono in fila di potersi registrare. I volti sono stanchi, segnati dalla notte insonne e dalla paura. Sono gli sfollati dell'Aquila che arrivano in uno degli alberghi messi a disposizione dei terremotati a Montesilvano, cittadina confinante con Pescara. Sono tutti hotel di lusso, con piscine, sale benessere e spiagge private. A loro, però, questo importa poco. Vogliono un posto dove dormire, per non passare le notti in tenda. E vogliono ricominciare.
Sono circa 600 le persone che dalla scorsa notte si stanno riversando in tutti gli hotel della costa pescarese, più di 400 nel complesso dei grandi alberghi di Montesilvano. Man mano che arrivano nella hall, le persone vengono accolte da due carabinieri che si occupano dell'identificazione, della registrazione e di una sorta di censimento. Sono gentili con gli sfollati i militari, ascoltano le loro richieste e cercano di metterli a proprio agio. Uno dei due mi dice di essere rimasto colpito dalla grande paura che si è impossessata di queste persone e mi spiega tutto con un esempio. «Dietro l'albergo c'è la linea ferroviaria, ieri - racconta -, quando è passato il treno, un gruppo di persone, sentendo il rumore, ha immediatamente pensato al terremoto ed è fuggito per strada».
Gli sfollati passano poi alla reception vera e propria dove i dipendenti gli illustrano la struttura e gli consegnano la chiave della stanza. Prima di arrivare nelle camere si passa davanti alla postazione della Croce Rossa. E' qui che i terremotati con esigenze particolari possono fare richiesta. I volontari provvedono, inoltre, a procurare vestiti, medicinali e tutto ciò che può servire, cercando di dare attenzione a chiunque.
Ad aver lasciato la propria città per andare in albergo sono soprattutto famiglie con bambini, ma ci sono anche ragazzi ed anziani. La prima persona che incontro è una donna, madre di due bambine piccole. Mi racconta che la notte del sisma era a letto con le figlie. «Se siamo vive - dice - è perché la casa ha retto e siamo riuscite a fuggire». Scoppia in lacrime quando parla della straordinaria accoglienza che viene riservata a tutti loro, e le figlie, vedendola, la abbracciano. Dice che loro son piccole per potersi rendere conto di quello che gli sta capitando. «Prima ci preoccupavamo dei soldi, del mutuo - mi dice con un cinico sorriso - ora invece i problemi sono altri. La cosa buffa è che non sappiamo cosa aspettarci per il futuro: non c'è più casa, non c'è più lavoro e non sappiamo cosa faremo nei prossimi giorni».
Avvicinandomi al ristorante dell'hotel - dove i terremotati iniziano a mangiare e dove dopo pranzo ci sarà la consegna degli indumenti - incontro una donna con due figli. Dice di aver dormito in macchina la prima notte, sperando di poter tornare nella sua casa-ufficio per recuperare qualcosa. Lì c'è il computer con il lavoro di una vita, ma l'edificio è inagibile e i Vigili del fuoco non le hanno permesso di rientrare. E' venuta a Montesilvano sperando di trovare un po' di normalità e di tranquillità per i suoi figli, tanto all'Aquila - dice - ora c'è poco da fare.
Mentre sto andando via entra una donna anziana. Non sembra una sfollata, è ben vestita e all'apparenza sembra serena, ma parlando ai due carabinieri spiega che quegli abiti sono tutto ciò che le rimane. Con gentilezza dice agli agenti di avere dei parenti a Pescara, ma di non voler essere ospitata per non disturbare e non creare problemi. Finita l'identificazione va a sedersi. Quando le vado vicino, mi sorride e, nonostante i continui dolori alla schiena, dovuti ad una caduta durante la fuga, mi fa posto accanto a lei. Quel gesto, i suoi sorrisi e la tranquillità sono disarmanti. Mi racconta che la sua casa è crollata, e anche quella delle due figlie. «L'importante - sorride - è che stiamo tutti bene, anche se abbiamo perso tutto».
Tante storie diverse si intrecciano. Persone prima sconosciute, ora vicine perché unite da un dramma comune. E così capisci che il dramma è reale, non uno spettacolo visto in tv o una storia letta sui giornali. Lo capisci da un'anziana signora che, dopo uno scambio di sorrisi, ti fissa per un minuto e poi scoppia in lacrime, continuando a fissarti. Capisci che il dramma è di tutti. Perché anche se le cose capitano agli altri, gli altri non sono poi così diversi da noi.
di Lorenzo Dolce
Montesilvano (Pescara) - Nella hall c'è un caos stranamente ordinato. Le persone, con una compostezza ed un silenzio insolito per noi italiani, attendono in fila di potersi registrare. I volti sono stanchi, segnati dalla notte insonne e dalla paura. Sono gli sfollati dell'Aquila che arrivano in uno degli alberghi messi a disposizione dei terremotati a Montesilvano, cittadina confinante con Pescara. Sono tutti hotel di lusso, con piscine, sale benessere e spiagge private. A loro, però, questo importa poco. Vogliono un posto dove dormire, per non passare le notti in tenda. E vogliono ricominciare.
Sono circa 600 le persone che dalla scorsa notte si stanno riversando in tutti gli hotel della costa pescarese, più di 400 nel complesso dei grandi alberghi di Montesilvano. Man mano che arrivano nella hall, le persone vengono accolte da due carabinieri che si occupano dell'identificazione, della registrazione e di una sorta di censimento. Sono gentili con gli sfollati i militari, ascoltano le loro richieste e cercano di metterli a proprio agio. Uno dei due mi dice di essere rimasto colpito dalla grande paura che si è impossessata di queste persone e mi spiega tutto con un esempio. «Dietro l'albergo c'è la linea ferroviaria, ieri - racconta -, quando è passato il treno, un gruppo di persone, sentendo il rumore, ha immediatamente pensato al terremoto ed è fuggito per strada».
Gli sfollati passano poi alla reception vera e propria dove i dipendenti gli illustrano la struttura e gli consegnano la chiave della stanza. Prima di arrivare nelle camere si passa davanti alla postazione della Croce Rossa. E' qui che i terremotati con esigenze particolari possono fare richiesta. I volontari provvedono, inoltre, a procurare vestiti, medicinali e tutto ciò che può servire, cercando di dare attenzione a chiunque.
Ad aver lasciato la propria città per andare in albergo sono soprattutto famiglie con bambini, ma ci sono anche ragazzi ed anziani. La prima persona che incontro è una donna, madre di due bambine piccole. Mi racconta che la notte del sisma era a letto con le figlie. «Se siamo vive - dice - è perché la casa ha retto e siamo riuscite a fuggire». Scoppia in lacrime quando parla della straordinaria accoglienza che viene riservata a tutti loro, e le figlie, vedendola, la abbracciano. Dice che loro son piccole per potersi rendere conto di quello che gli sta capitando. «Prima ci preoccupavamo dei soldi, del mutuo - mi dice con un cinico sorriso - ora invece i problemi sono altri. La cosa buffa è che non sappiamo cosa aspettarci per il futuro: non c'è più casa, non c'è più lavoro e non sappiamo cosa faremo nei prossimi giorni».
Avvicinandomi al ristorante dell'hotel - dove i terremotati iniziano a mangiare e dove dopo pranzo ci sarà la consegna degli indumenti - incontro una donna con due figli. Dice di aver dormito in macchina la prima notte, sperando di poter tornare nella sua casa-ufficio per recuperare qualcosa. Lì c'è il computer con il lavoro di una vita, ma l'edificio è inagibile e i Vigili del fuoco non le hanno permesso di rientrare. E' venuta a Montesilvano sperando di trovare un po' di normalità e di tranquillità per i suoi figli, tanto all'Aquila - dice - ora c'è poco da fare.
Mentre sto andando via entra una donna anziana. Non sembra una sfollata, è ben vestita e all'apparenza sembra serena, ma parlando ai due carabinieri spiega che quegli abiti sono tutto ciò che le rimane. Con gentilezza dice agli agenti di avere dei parenti a Pescara, ma di non voler essere ospitata per non disturbare e non creare problemi. Finita l'identificazione va a sedersi. Quando le vado vicino, mi sorride e, nonostante i continui dolori alla schiena, dovuti ad una caduta durante la fuga, mi fa posto accanto a lei. Quel gesto, i suoi sorrisi e la tranquillità sono disarmanti. Mi racconta che la sua casa è crollata, e anche quella delle due figlie. «L'importante - sorride - è che stiamo tutti bene, anche se abbiamo perso tutto».
Tante storie diverse si intrecciano. Persone prima sconosciute, ora vicine perché unite da un dramma comune. E così capisci che il dramma è reale, non uno spettacolo visto in tv o una storia letta sui giornali. Lo capisci da un'anziana signora che, dopo uno scambio di sorrisi, ti fissa per un minuto e poi scoppia in lacrime, continuando a fissarti. Capisci che il dramma è di tutti. Perché anche se le cose capitano agli altri, gli altri non sono poi così diversi da noi.
Etichette:
abruzzo,
l'aquila,
Montesilvano,
sfollati,
terremoto
martedì 31 marzo 2009
'FORTAPASC', LEZIONE DI GIORNALISMO. E DI VITA
di Lorenzo Dolce
Esistono due tipi di giornalisti: i “giornalisti impiegati” e i “giornalisti giornalisti”. Lui aveva deciso di appartenere alla seconda categoria e per questo è stato ucciso. E’ la storia di Giancarlo Siani - unico giornalista assassinato dalla camorra - morto a 26 anni per aver pubblicato particolari che ai boss della malavita non piacevano. La sua storia viene raccontata nel film “Fortapàsc” di Marco Risi.
Torre Annunziata (Napoli), 1985. Fortapàsc, titolo volutamente storpiato che evoca il Forte Apache della tradizione Western rendendo il senso dell’assedio del comune ai piedi del Vesuvio da parte della malavita. Giancarlo Siani è un precario, un “abusivo”, come lui stesso amava definirsi, nella locale redazione de “Il Mattino” di Napoli.
Il film racconta gli ultimi 4 mesi di vita di Siani. Dal giugno 1985, quando il giovane giornalista andava tutti giorni da Napoli a Torre Annunziata, al 23 settembre 1985, giorno in cui viene brutalmente assassinato sotto casa, nel quartiere Vomero del capoluogo campano.
Coinvolgente, genuino ed avvincente, il film mostra, con estrema semplicità, i chiari giochi del potere corrotto attraverso gli occhi del giovane cronista che, con passione, racconta i particolari più torbidi di quella realtà. E non contento delle verità ufficiali, delle dichiarazioni dei politici, anch’essi complici della malavita, scava a fondo, indaga, facendo ciò che la giustizia non è in grado di fare.
Il ritmo è intenso, vivo, ci proietta nella scena ed induce alla riflessione. La colonna sonora fa da sottofondo, ammorbidendo, pur senza forzature, la drammaticità degli avvenimenti e delle morti ingiuste. Emblematico il passaggio in cui si alternano momenti di un consiglio comunale, in cui maggioranza e opposizione altro non fanno che scaricarsi reciprocamente le colpe di ciò che non è stato fatto, e di un incontro tra i boss della camorra, che decidono come spartirsi il territorio. Ciò che viene fuori è che la malavita sa essere più pragmatica, più concreta della politica reale, mentre i cittadini sono le vittime del meccanismo perverso.
Giancarlo Siani, interpretato ad arte da Libero De Rienzo, è presentato con rispetto, per quello che era: un ragazzo normale, con i suoi difetti e i suoi pregi, un giovane con dei valori che esercitava con onestà la sua professione. Un mestiere, quello dei giornalisti, a cui inevitabilmente, con questo film, ci si affeziona, riflettendo anche sul ruolo dei precari dell’informazione – in Italia attualmente sono diverse decine di migliaia – che molto spesso, per pochi euro, sono anche disposti a rischiare la vita.
Pur sapendo fin dall’inizio come andrà a finire la vicenda, quando si vede Siani accasciarsi, con dieci proiettili in corpo e la camicia che si macchia di sangue, resta poco da dire. Nulla di sensazionalistico: non una musica commovente di sottofondo, né il pianto o le urla di chi gli voleva bene. Il film si chiude con quell’immagine drammatica, perché in quel modo è finita la storia di Giancarlo.
Fortapàsc così diviene un simbolo. Non è un paese di 40.000 abitanti, non è Torre Annunziata, non è Napoli. E’ nella nostra testa. Siamo noi.
Esistono due tipi di giornalisti: i “giornalisti impiegati” e i “giornalisti giornalisti”. Lui aveva deciso di appartenere alla seconda categoria e per questo è stato ucciso. E’ la storia di Giancarlo Siani - unico giornalista assassinato dalla camorra - morto a 26 anni per aver pubblicato particolari che ai boss della malavita non piacevano. La sua storia viene raccontata nel film “Fortapàsc” di Marco Risi.
Torre Annunziata (Napoli), 1985. Fortapàsc, titolo volutamente storpiato che evoca il Forte Apache della tradizione Western rendendo il senso dell’assedio del comune ai piedi del Vesuvio da parte della malavita. Giancarlo Siani è un precario, un “abusivo”, come lui stesso amava definirsi, nella locale redazione de “Il Mattino” di Napoli.
Il film racconta gli ultimi 4 mesi di vita di Siani. Dal giugno 1985, quando il giovane giornalista andava tutti giorni da Napoli a Torre Annunziata, al 23 settembre 1985, giorno in cui viene brutalmente assassinato sotto casa, nel quartiere Vomero del capoluogo campano.
Coinvolgente, genuino ed avvincente, il film mostra, con estrema semplicità, i chiari giochi del potere corrotto attraverso gli occhi del giovane cronista che, con passione, racconta i particolari più torbidi di quella realtà. E non contento delle verità ufficiali, delle dichiarazioni dei politici, anch’essi complici della malavita, scava a fondo, indaga, facendo ciò che la giustizia non è in grado di fare.
Il ritmo è intenso, vivo, ci proietta nella scena ed induce alla riflessione. La colonna sonora fa da sottofondo, ammorbidendo, pur senza forzature, la drammaticità degli avvenimenti e delle morti ingiuste. Emblematico il passaggio in cui si alternano momenti di un consiglio comunale, in cui maggioranza e opposizione altro non fanno che scaricarsi reciprocamente le colpe di ciò che non è stato fatto, e di un incontro tra i boss della camorra, che decidono come spartirsi il territorio. Ciò che viene fuori è che la malavita sa essere più pragmatica, più concreta della politica reale, mentre i cittadini sono le vittime del meccanismo perverso.
Giancarlo Siani, interpretato ad arte da Libero De Rienzo, è presentato con rispetto, per quello che era: un ragazzo normale, con i suoi difetti e i suoi pregi, un giovane con dei valori che esercitava con onestà la sua professione. Un mestiere, quello dei giornalisti, a cui inevitabilmente, con questo film, ci si affeziona, riflettendo anche sul ruolo dei precari dell’informazione – in Italia attualmente sono diverse decine di migliaia – che molto spesso, per pochi euro, sono anche disposti a rischiare la vita.
Pur sapendo fin dall’inizio come andrà a finire la vicenda, quando si vede Siani accasciarsi, con dieci proiettili in corpo e la camicia che si macchia di sangue, resta poco da dire. Nulla di sensazionalistico: non una musica commovente di sottofondo, né il pianto o le urla di chi gli voleva bene. Il film si chiude con quell’immagine drammatica, perché in quel modo è finita la storia di Giancarlo.
Fortapàsc così diviene un simbolo. Non è un paese di 40.000 abitanti, non è Torre Annunziata, non è Napoli. E’ nella nostra testa. Siamo noi.
lunedì 30 marzo 2009
SOCIAL NETWORK: GRAN BRETAGNA, NASCE CORSO DI LAUREA IN FACEBOOK
Nasce a Birmingham (Regno Unito) il corso di laurea in social network. Costerà circa 4.000 sterline e inizierà ufficialmente solo dal prossimo anno accademico, anche se già fa discutere. L’università promotrice considera i nuovi media assolutamente indispensabili per insegnare marketing e comunicazione. Il ciclo di lezioni, che sarà curato dal professor Hickman, è stato lanciato in perfetto stile 2.0: sul sito dell’ateneo, infatti, è comparso da qualche giorno il video che ne illustra i vantaggi e le potenzialità.
“Non è un corso per sfigati o maniaci del computer- spiega Hickman al Daily Telegraph- gli strumenti usati in questo corso saranno accessibili alla maggior parte della gente. Durante il corso prenderemo in considerazione ciò che la gente può fare usando Facebook e Twitter, e come questo possa essere usato nella comunicazione e nel marketing”. Fra le lezioni previste, anche quelle dedicate alla costruzione dei podcast e al settaggio dei blog.
I puristi dello stile inglese criticano, ovviamente, l'iniziativa, ma il professor Hickman mette le mani avanti spiegando che Facebook sarà insegnato con la stessa serietà applicata nelle altre materie. Secondo molti, però, di un nuovo approfondimento sui social media non si sentiva la mancanza. Facebook e gli altri siti 2.0, in questi giorni, sono sulle pagine di tutti i giornali. E i media che sono più facilmente gestibili sono stati superati dai nuovi esperimenti dei no global che preparano le sfilate anti-G20.
"Gli organizzatori delle proteste - ha detto il capo della polizia londinese, Stephenson - non solo stanno usando social network tradizionali, come Facebook, per mobilitare i loro sostenitori, ma ne hanno creati altri ex novo".
Il corso dell’università di Birmingham potrebbe dunque nascere già vecchio, sorpassato dal popolo dei duri e puri del Web. I vertici dell’ateneo non la pensano allo stesso modo. Ma gli studenti sono scettici: credono in fatti che tutti i contenuti del corso siano così semplici da poterli imparare da soli.
“Non è un corso per sfigati o maniaci del computer- spiega Hickman al Daily Telegraph- gli strumenti usati in questo corso saranno accessibili alla maggior parte della gente. Durante il corso prenderemo in considerazione ciò che la gente può fare usando Facebook e Twitter, e come questo possa essere usato nella comunicazione e nel marketing”. Fra le lezioni previste, anche quelle dedicate alla costruzione dei podcast e al settaggio dei blog.
I puristi dello stile inglese criticano, ovviamente, l'iniziativa, ma il professor Hickman mette le mani avanti spiegando che Facebook sarà insegnato con la stessa serietà applicata nelle altre materie. Secondo molti, però, di un nuovo approfondimento sui social media non si sentiva la mancanza. Facebook e gli altri siti 2.0, in questi giorni, sono sulle pagine di tutti i giornali. E i media che sono più facilmente gestibili sono stati superati dai nuovi esperimenti dei no global che preparano le sfilate anti-G20.
"Gli organizzatori delle proteste - ha detto il capo della polizia londinese, Stephenson - non solo stanno usando social network tradizionali, come Facebook, per mobilitare i loro sostenitori, ma ne hanno creati altri ex novo".
Il corso dell’università di Birmingham potrebbe dunque nascere già vecchio, sorpassato dal popolo dei duri e puri del Web. I vertici dell’ateneo non la pensano allo stesso modo. Ma gli studenti sono scettici: credono in fatti che tutti i contenuti del corso siano così semplici da poterli imparare da soli.
domenica 29 marzo 2009
AIDS: 'THE LANCET', REDENZIONE PER IL PAPA?
da lancet.com
Il Vaticano la scorsa settimana ha subuto una serie senza precedenti di condanne internazionali, giunte dopo le scandalose ed estremamente inesatte dichiarazioni di Papa Benedetto XVI sull’HIV/AIDS. Nella sua prima visita in Africa, il Papa ha detto ai giornalisti che la lotta del continente contro la malattia è un problema che "non può essere risolto con la distribuzione di preservativi, ma che, al contrario, essi lo aggravano".
L’opposizione etica della Chiesa cattolica al controllo delle nascite, il sostegno alla fedeltà coniugale e all'astinenza dalla prevenzione all’HIV sono ben noti. Ma, dicendo che i preservativi non risolvono il problema dell'HIV/AIDS, il Papa ha pubblicamente distorto prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica su questo tema.
La comunità internazionale è stata molto veloce nel condannare il commento. I governi di Germania, Francia e Belgio hanno duramente criticato le opinioni del Papa. Julio Montaner, presidente della “International AIDS Society”, ha parlato di affermazioni "irresponsabili e pericolose". Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNAIDS) e l'Organizzazione mondiale della Sanità hanno diffuso un rapporto, relativo alla situazione aggiornata su prevenzione da HIV e preservativi, secondo cui "il preservativo maschile in lattice è l'unica e la più efficiente tra le tecnologie disponibili per ridurre la trasmissione sessuale del virus HIV". Nel furore, anche il Vaticano ha cercato di alterare la dichiarazione del Pontefice. Sul sito web della Santa Sede, riferimento in rete di tutti i media vaticani, Padre Federico Lombardi ha citato le parole del Papa, interpretandole come se avesse detto che c’è il “rischio che i preservativi... ingigantiscano il problema".
Se l’errore del Papa sia dovuto ad ignoranza o ad un deliberato tentativo di manipolare la scienza a sostegno dell'ideologia cattolica non è chiaro. Ma l'affermazione c’è stata e il tentativo del Vaticano di apportare modifiche alle parole del Papa, ulteriore manomissione della verità, non è la via da seguire. Quando qualsiasi persona influente, sia esso un leader politico o religioso, rende una falsa dichiarazione scientifica che potrebbe essere devastante per la salute di milioni di persone, dovrebbe rivedere o correggere le proprie affermazioni. Qualsiasi ulteriore azione da parte di Papa Benedetto potrebbe andare a discapito del pubblico e della salute dei sostenitori, tra cui migliaia di cattolici che lavorano instancabilmente per cercare di prevenire la diffusione globale dell'HIV/AIDS.
Il Vaticano la scorsa settimana ha subuto una serie senza precedenti di condanne internazionali, giunte dopo le scandalose ed estremamente inesatte dichiarazioni di Papa Benedetto XVI sull’HIV/AIDS. Nella sua prima visita in Africa, il Papa ha detto ai giornalisti che la lotta del continente contro la malattia è un problema che "non può essere risolto con la distribuzione di preservativi, ma che, al contrario, essi lo aggravano".
L’opposizione etica della Chiesa cattolica al controllo delle nascite, il sostegno alla fedeltà coniugale e all'astinenza dalla prevenzione all’HIV sono ben noti. Ma, dicendo che i preservativi non risolvono il problema dell'HIV/AIDS, il Papa ha pubblicamente distorto prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica su questo tema.
La comunità internazionale è stata molto veloce nel condannare il commento. I governi di Germania, Francia e Belgio hanno duramente criticato le opinioni del Papa. Julio Montaner, presidente della “International AIDS Society”, ha parlato di affermazioni "irresponsabili e pericolose". Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNAIDS) e l'Organizzazione mondiale della Sanità hanno diffuso un rapporto, relativo alla situazione aggiornata su prevenzione da HIV e preservativi, secondo cui "il preservativo maschile in lattice è l'unica e la più efficiente tra le tecnologie disponibili per ridurre la trasmissione sessuale del virus HIV". Nel furore, anche il Vaticano ha cercato di alterare la dichiarazione del Pontefice. Sul sito web della Santa Sede, riferimento in rete di tutti i media vaticani, Padre Federico Lombardi ha citato le parole del Papa, interpretandole come se avesse detto che c’è il “rischio che i preservativi... ingigantiscano il problema".
Se l’errore del Papa sia dovuto ad ignoranza o ad un deliberato tentativo di manipolare la scienza a sostegno dell'ideologia cattolica non è chiaro. Ma l'affermazione c’è stata e il tentativo del Vaticano di apportare modifiche alle parole del Papa, ulteriore manomissione della verità, non è la via da seguire. Quando qualsiasi persona influente, sia esso un leader politico o religioso, rende una falsa dichiarazione scientifica che potrebbe essere devastante per la salute di milioni di persone, dovrebbe rivedere o correggere le proprie affermazioni. Qualsiasi ulteriore azione da parte di Papa Benedetto potrebbe andare a discapito del pubblico e della salute dei sostenitori, tra cui migliaia di cattolici che lavorano instancabilmente per cercare di prevenire la diffusione globale dell'HIV/AIDS.
mercoledì 11 marzo 2009
'BAMBINO 44', UN INQUIETANTE THRILLER NELLA RUSSIA STALINISTA
di Lorenzo Dolce
Un uomo solo che cammina seguendo le rotaie, mentre nevica sulle macchie di sangue: basta la copertina come invito ad aprire il libro e ed iniziare a leggerlo.
Russia, 1953. Siamo in pieno regime totalitario, un paese perfetto "dove il crimine non esiste", come sostengono i guardiani dello stato. In realtà, ciò che emerge è una società assassina dove l’assassinio è considerato come una deviazione politico-psicotica; un sistema di polizia, concentrato su sé stesso, in cui gli agenti arrestano, oltraggiano e uccidono nel nome di un ignoto e maligno “bene comune”; un’umanità così interessata alla sopravvivenza da non riuscire a vedere che il mostro, il cannibale è lì, dietro l’angolo.
Una di queste persone, Leo Stepanovic Demidov, un agente dell’Mgb, il Ministero della sicurezza dello stato, è sulle tracce dell’assassino cannibale di 43 bambini. Lo incontra prima che possa uccidere il quarantaquattresimo, appunto il “Bambino 44” del titolo del libro.
L’esordiente inglese Tim Robb Smith compie una scelta abilissima. La trama più superficiale è banale, scontata. Ma in realtà andando avanti con la lettura il romanzo diventa straordinario, angosciante e carico di tensione, mentre il percorso di crescita del protagonista, alla scoperta di sé stesso, va avanti.
Quando l’eroe del romanzo, Leo, viene presentato, inevitabilmente non piace, e’ un servo dello stato, uno di quelli che agiscono in nome del “bene comune”, ma poi l’agente conquista la nostra fiducia. In nome di ciò in cui crede, in nome della purezza della sua anima, rinuncia al lavoro, alla casa, alla famiglia. In un primo tempo anche alla moglie, che gli confida di averlo sposato solo perché aveva paura di lui, a causa dei malvagi giochi del sistema. Insieme, però, vengono trasferiti in uno di quei paesi in cui gli esiliati sono costretti ai lavori forzati. Lui che prima era un forte sostenitore del sistema, diviene vittima del sistema stesso, imprigionato nella meccanismo infernale che aveva contribuito a rafforzare. Da predatore, in un attimo, diviene preda. Nulla può esser dato per scontato, tutto è inaspettato. Il finale così si ribalta, lasciando il lettore incredulo, scettico su quanto sta accadendo.
Il ritmo, nonostante le 450 pagine, è martellante, inquietante. Difficilmente riuscirete ad interrompere la lettura, dimenticherete tutti gli impegni, passerete angoscianti notti in bianco, immersi in un thriller straordinario come non se ne vedevano da tempo.
Ridley Scotto ha acquistato i diritti cinematografici del libro. Prossimamente uscira' il film ''Bambino 44'', già considerato da molti come il nuovo ''Silenzio degli innocenti''.
---.
Bambino 44
di Smith Tom R.
Prezzo € 19,90
2008, 444 p.,
Traduttore: Garavaglia A.
Editore: Sperling & Kupfer
Un uomo solo che cammina seguendo le rotaie, mentre nevica sulle macchie di sangue: basta la copertina come invito ad aprire il libro e ed iniziare a leggerlo.
Russia, 1953. Siamo in pieno regime totalitario, un paese perfetto "dove il crimine non esiste", come sostengono i guardiani dello stato. In realtà, ciò che emerge è una società assassina dove l’assassinio è considerato come una deviazione politico-psicotica; un sistema di polizia, concentrato su sé stesso, in cui gli agenti arrestano, oltraggiano e uccidono nel nome di un ignoto e maligno “bene comune”; un’umanità così interessata alla sopravvivenza da non riuscire a vedere che il mostro, il cannibale è lì, dietro l’angolo.
Una di queste persone, Leo Stepanovic Demidov, un agente dell’Mgb, il Ministero della sicurezza dello stato, è sulle tracce dell’assassino cannibale di 43 bambini. Lo incontra prima che possa uccidere il quarantaquattresimo, appunto il “Bambino 44” del titolo del libro.
L’esordiente inglese Tim Robb Smith compie una scelta abilissima. La trama più superficiale è banale, scontata. Ma in realtà andando avanti con la lettura il romanzo diventa straordinario, angosciante e carico di tensione, mentre il percorso di crescita del protagonista, alla scoperta di sé stesso, va avanti.
Quando l’eroe del romanzo, Leo, viene presentato, inevitabilmente non piace, e’ un servo dello stato, uno di quelli che agiscono in nome del “bene comune”, ma poi l’agente conquista la nostra fiducia. In nome di ciò in cui crede, in nome della purezza della sua anima, rinuncia al lavoro, alla casa, alla famiglia. In un primo tempo anche alla moglie, che gli confida di averlo sposato solo perché aveva paura di lui, a causa dei malvagi giochi del sistema. Insieme, però, vengono trasferiti in uno di quei paesi in cui gli esiliati sono costretti ai lavori forzati. Lui che prima era un forte sostenitore del sistema, diviene vittima del sistema stesso, imprigionato nella meccanismo infernale che aveva contribuito a rafforzare. Da predatore, in un attimo, diviene preda. Nulla può esser dato per scontato, tutto è inaspettato. Il finale così si ribalta, lasciando il lettore incredulo, scettico su quanto sta accadendo.
Il ritmo, nonostante le 450 pagine, è martellante, inquietante. Difficilmente riuscirete ad interrompere la lettura, dimenticherete tutti gli impegni, passerete angoscianti notti in bianco, immersi in un thriller straordinario come non se ne vedevano da tempo.
Ridley Scotto ha acquistato i diritti cinematografici del libro. Prossimamente uscira' il film ''Bambino 44'', già considerato da molti come il nuovo ''Silenzio degli innocenti''.
---.
Bambino 44
di Smith Tom R.
Prezzo € 19,90
2008, 444 p.,
Traduttore: Garavaglia A.
Editore: Sperling & Kupfer
lunedì 9 marzo 2009
SALUTE: SVELATI I SEGRETI DELL'AMORE A PRIMA VISTA
(AGI)
E' il primo incontro quello che conta. le prime impressioni con cui si stabiliscono simpatie e antipatie, ma soprattutto amore e attrazione. Uno studio americano ha individuato per la prima volta i meccanismi cerebrali che si attivano quando conosciamo qualcuno, e che freneticamente elaborano un'idea, quasi sempre definitiva, sul tipo di sentimento che proveremo per lei.
I ricercatori presso l'Universita' di New York, guidati da Elizabeth Phelps, nel loro studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica "Nature Neuroscience" riferiscono che due aree del cervello sono coinvolte in questo processo. Sia l'amigdala che la corteccia cingolata posteriore, infatti, si attivano quando conosciamo una persona: la prima, piccola struttura nel lobo temporale mediale, piu' da un punto di vista emotivo, sociale e culturale, la seconda si occupa invece delle valutazioni razionali ed economiche, e di assegnare un valore soggettivo alle ricompense. Analizzando le reazioni dei partecipanti allo studio su 20 soggetti virtuali, di cui venivano presentato un profilo e una foto allegata, la risonanza magnetica funzionale ha "fotografato" attivita' significative nelle due regioni del cervello. Pochi istanti, e l'idea su una persona era gia' formata.
E' il primo incontro quello che conta. le prime impressioni con cui si stabiliscono simpatie e antipatie, ma soprattutto amore e attrazione. Uno studio americano ha individuato per la prima volta i meccanismi cerebrali che si attivano quando conosciamo qualcuno, e che freneticamente elaborano un'idea, quasi sempre definitiva, sul tipo di sentimento che proveremo per lei.
I ricercatori presso l'Universita' di New York, guidati da Elizabeth Phelps, nel loro studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica "Nature Neuroscience" riferiscono che due aree del cervello sono coinvolte in questo processo. Sia l'amigdala che la corteccia cingolata posteriore, infatti, si attivano quando conosciamo una persona: la prima, piccola struttura nel lobo temporale mediale, piu' da un punto di vista emotivo, sociale e culturale, la seconda si occupa invece delle valutazioni razionali ed economiche, e di assegnare un valore soggettivo alle ricompense. Analizzando le reazioni dei partecipanti allo studio su 20 soggetti virtuali, di cui venivano presentato un profilo e una foto allegata, la risonanza magnetica funzionale ha "fotografato" attivita' significative nelle due regioni del cervello. Pochi istanti, e l'idea su una persona era gia' formata.
martedì 3 marzo 2009
SCUOLA: IN ITALIA QUASI 650MILA STUDENTI STRANIERI
Nelle scuole italiane sono iscritti quasi 650.000 alunni stranieri, pari al 7% della popolazione scolastica, provenienti da circa 150 Paesi diversi. I dati sono stati diffusi oggi nel corso di un convegno organizzato dal sindacato Flc Cgil a Roma.
''Nell'anno scolastico 1989-1990 gli alunni stranieri erano 18.500, oggi sono quasi 650 mila'' ha detto un responsabile dell'Ufficio per l'integrazione degli alunni stranieri del Ministero dell'Istruzione, Vinicio Ongini.
Nell'anno scolastico 2007-2008 gli alunni con cittadinanza non italiana erano 574.133 mila, pari al 6,4% della popolazione scolastica: 111.044 erano gli iscritti alla scuola dell'infanzia (6,7%), 217.716 nella scuola primaria (7,7%), 126.396 nella scuola secondaria di primo grado (7,3%) e 118.977 nella scuola secondaria di secondo grado (4,3%). Rispetto all'anno scolastico precedente erano aumentati di 46.154 unita', distribuiti nei vari ordini di scuola.
''Nell'anno scolastico 1989-1990 gli alunni stranieri erano 18.500, oggi sono quasi 650 mila'' ha detto un responsabile dell'Ufficio per l'integrazione degli alunni stranieri del Ministero dell'Istruzione, Vinicio Ongini.
Nell'anno scolastico 2007-2008 gli alunni con cittadinanza non italiana erano 574.133 mila, pari al 6,4% della popolazione scolastica: 111.044 erano gli iscritti alla scuola dell'infanzia (6,7%), 217.716 nella scuola primaria (7,7%), 126.396 nella scuola secondaria di primo grado (7,3%) e 118.977 nella scuola secondaria di secondo grado (4,3%). Rispetto all'anno scolastico precedente erano aumentati di 46.154 unita', distribuiti nei vari ordini di scuola.
venerdì 27 febbraio 2009
TOILETTE A PAGAMENTO SUI VOLI RYANAIR, UN POUND PER ANDARE IN BAGNO
La compagnia low-cost irlandese Ryanair ha annunciato che sta valutando l'opportunità di introdurre il pagamento per l'uso del bagno durante il volo. Lo ha detto alla Bbc l’amministratore delegato della compagnia, Michael O'Leary, affermando che con tutta probabilita’ sara’ installato ''una sorta di parchimetro sulla porta dei bagni''.
La scorsa settimana Ryanair ha confermato che entro la fine dell’anno saranno chiusi negli aeroporti tutti i banchi del check-in, tentando cosi’ di ridurre ulteriormente il costo dei voli. L’obiettivo della compagnia irlandese e’ quello di ridurre al minimo il prezzo del biglietto, per poi far pagare tutti i servizi aggiuntivi, come il trasporto bagagli, il check-in all’aeroporto e ora anche l’uso del bagno.
''Non credo vi sia nessuno nella storia – ha detto O’Leary - che sia salito a bordo di un aereo Ryanair con meno di un pound''.
''Sembra che per Ryanair – ha affermato il direttore della ricerca dell’associazione ’Wich? Holiday’, Rochelle Turner – il profitto venga prima della comodita’ dei suoi clienti. Far pagare le persone per andare in bagno potrebbe anche tradursi in un minor numero di persone che acquistano bevande sovrapprezzo durante il volo''.
La scorsa settimana Ryanair ha confermato che entro la fine dell’anno saranno chiusi negli aeroporti tutti i banchi del check-in, tentando cosi’ di ridurre ulteriormente il costo dei voli. L’obiettivo della compagnia irlandese e’ quello di ridurre al minimo il prezzo del biglietto, per poi far pagare tutti i servizi aggiuntivi, come il trasporto bagagli, il check-in all’aeroporto e ora anche l’uso del bagno.
''Non credo vi sia nessuno nella storia – ha detto O’Leary - che sia salito a bordo di un aereo Ryanair con meno di un pound''.
''Sembra che per Ryanair – ha affermato il direttore della ricerca dell’associazione ’Wich? Holiday’, Rochelle Turner – il profitto venga prima della comodita’ dei suoi clienti. Far pagare le persone per andare in bagno potrebbe anche tradursi in un minor numero di persone che acquistano bevande sovrapprezzo durante il volo''.
mercoledì 25 febbraio 2009
NUOVA GENERAZIONE DI MOTORI, A CACCIA DEL WEB SCONOSCIUTO
da Repubblica.it
Le nostre ricerche scandagliano solo una minima parte delle pagine esistenti. Oltre il 90 per cento resta nascosto. Ma alcuni progetti - Kosmix, DeepPeep e Openarchives.org - si ripromettono di renderle visibili. Con algoritmi che ragionano come la mente umana. Superando i tradizionali limiti di spider e crowler tipici di Google & C.
LA PUNTA di un iceberg. Meno del 10 per cento per cento di tutto il Web esistente. E' quanto - secondo alcune autorevoli ricerche - riescono a indicizzare in realtà i migliori motori di ricerca online. E il restante 90 per cento? Lo chiamano "Deep Web", ovvero il Web profondo, invisibile, non raggiungibile grazie agli attuali motori di ricerca. Ma che alcune nuove tecnologie promettono di poter rendere disponibili a breve.
Quanto è profondo il Web? Difficile dirlo. Secondo l'azienda Bright Planet, che nel settembre 2001 ne ha sondato le profondità, "Deep Web" sarebbe un vero e proprio pozzo di San Patrizio, un miniera d'oro, un'immensa foresta vergine a confronto del giardinetti di casa a cui ci avrebbero abituati i normali motori di ricerca. Per altri sarebbe addirittura la nuova frontiera del Web. Tanto che gli stessi numeri uno della ricerca, da Google a Yahoo!, negli ultimi anni stanno moltiplicando gli sforzi per capire come indicizzare questo immenso patrimonio altrimenti irraggiungibile, e quindi renderlo disponibile ai propri utenti. D'altra parte stiamo parlando delle informazioni archiviate e organizzate in database, dei contenuti consultabili soltanto su siti protetti da password, o delle tante pubblicazioni scientifiche e non in PDF che non hanno ancora trovato un solo lettore disposto a segnalarne la presenza con un link.
Già, perché gli attuali motori di ricerca ogni giorno perlustrano il Web alla ricerca di nuove pagine da offrire tra i risultati delle nostre ricerche, e lo fanno essenzialmente seguendo uno dopo l'altro i link presenti nel Web per mezzo di software ad hoc chiamati spider ("ragni") o crawler ("scansionatori"). Così facendo rintracciano le pagine web esistenti, ricostruendo di volta in volta un rapporto di senso fra loro, riuscendo a suggerire successivamente quale potrebbe essere il risultato più utile, sulla base del numero di link e del tipo di link che rimanda a quella determinata pagina o documento. Al contrario, se verso una pagina o un documento non esiste nessun link, quella stessa pagina o documento non verrà raggiunto, e di conseguenza sarà ignorato.
Peccato che in questo modo si perdono milioni di informazioni utili. La Bright Planet stima che il 54 per cento del Web profondo è costituito dai risultati che ottiene un utente in seguito a una richiesta effettuata consultando ad esempio un orario di volo. Ed è per questo che BigG & Co. non sono in grado di rispondere pienamente a domande come: "Qual è la tariffa più conveniente da Milano a Londra per il prossimo giovedì?", così come denuncia il New York Times che sul fenomeno "Deep Web" ha appena pubblicato una breve inchiesta.
Novità in arrivo? Recuperare questo capitale di informazioni irraggiungibile è sicuramente lo scopo di Anand Rajaraman, cofondatore di Kosmix, una start-up creata per l'appunto per la ricerca nel web profondo, fra i cui investitori c'è addirittura Jeffrey P. Bezos, amministratore delegato di Amazon.com. Ma non è il solo ad interessarsi all'argomento. La professoressa Juliana Freire, dell'Università dello Utah, ha infatti lanciato il progetto DeepPeep, che sfrutta un algoritmo apparentemente capace di simulare le modalità con cui la mente umana ragiona, così da ovviare a quel maldestro cammino che porta i vari spider o crawler a scansionare il Web link dopo link. E infine c'è il progetto Openarchives.org, promotore del protocollo OAI-PMH, con cui si cerca di indicizzare i documenti sui motori di ricerca inviando loro metadati in formato Xml, in modo da rendere più appetibili e comprensibili i contenuti anche in assenza di link. Per ora, tuttavia, l'unica cosa certa è che oltre il 90 per cento delle informazioni online non sono disponibili attraverso i normali motori di ricerca. Rimane forse da domandarsi: e se lo fosse? E' un traguardo auspicabile?
(25 febbraio 2009)
Le nostre ricerche scandagliano solo una minima parte delle pagine esistenti. Oltre il 90 per cento resta nascosto. Ma alcuni progetti - Kosmix, DeepPeep e Openarchives.org - si ripromettono di renderle visibili. Con algoritmi che ragionano come la mente umana. Superando i tradizionali limiti di spider e crowler tipici di Google & C.
LA PUNTA di un iceberg. Meno del 10 per cento per cento di tutto il Web esistente. E' quanto - secondo alcune autorevoli ricerche - riescono a indicizzare in realtà i migliori motori di ricerca online. E il restante 90 per cento? Lo chiamano "Deep Web", ovvero il Web profondo, invisibile, non raggiungibile grazie agli attuali motori di ricerca. Ma che alcune nuove tecnologie promettono di poter rendere disponibili a breve.
Quanto è profondo il Web? Difficile dirlo. Secondo l'azienda Bright Planet, che nel settembre 2001 ne ha sondato le profondità, "Deep Web" sarebbe un vero e proprio pozzo di San Patrizio, un miniera d'oro, un'immensa foresta vergine a confronto del giardinetti di casa a cui ci avrebbero abituati i normali motori di ricerca. Per altri sarebbe addirittura la nuova frontiera del Web. Tanto che gli stessi numeri uno della ricerca, da Google a Yahoo!, negli ultimi anni stanno moltiplicando gli sforzi per capire come indicizzare questo immenso patrimonio altrimenti irraggiungibile, e quindi renderlo disponibile ai propri utenti. D'altra parte stiamo parlando delle informazioni archiviate e organizzate in database, dei contenuti consultabili soltanto su siti protetti da password, o delle tante pubblicazioni scientifiche e non in PDF che non hanno ancora trovato un solo lettore disposto a segnalarne la presenza con un link.
Già, perché gli attuali motori di ricerca ogni giorno perlustrano il Web alla ricerca di nuove pagine da offrire tra i risultati delle nostre ricerche, e lo fanno essenzialmente seguendo uno dopo l'altro i link presenti nel Web per mezzo di software ad hoc chiamati spider ("ragni") o crawler ("scansionatori"). Così facendo rintracciano le pagine web esistenti, ricostruendo di volta in volta un rapporto di senso fra loro, riuscendo a suggerire successivamente quale potrebbe essere il risultato più utile, sulla base del numero di link e del tipo di link che rimanda a quella determinata pagina o documento. Al contrario, se verso una pagina o un documento non esiste nessun link, quella stessa pagina o documento non verrà raggiunto, e di conseguenza sarà ignorato.
Peccato che in questo modo si perdono milioni di informazioni utili. La Bright Planet stima che il 54 per cento del Web profondo è costituito dai risultati che ottiene un utente in seguito a una richiesta effettuata consultando ad esempio un orario di volo. Ed è per questo che BigG & Co. non sono in grado di rispondere pienamente a domande come: "Qual è la tariffa più conveniente da Milano a Londra per il prossimo giovedì?", così come denuncia il New York Times che sul fenomeno "Deep Web" ha appena pubblicato una breve inchiesta.
Novità in arrivo? Recuperare questo capitale di informazioni irraggiungibile è sicuramente lo scopo di Anand Rajaraman, cofondatore di Kosmix, una start-up creata per l'appunto per la ricerca nel web profondo, fra i cui investitori c'è addirittura Jeffrey P. Bezos, amministratore delegato di Amazon.com. Ma non è il solo ad interessarsi all'argomento. La professoressa Juliana Freire, dell'Università dello Utah, ha infatti lanciato il progetto DeepPeep, che sfrutta un algoritmo apparentemente capace di simulare le modalità con cui la mente umana ragiona, così da ovviare a quel maldestro cammino che porta i vari spider o crawler a scansionare il Web link dopo link. E infine c'è il progetto Openarchives.org, promotore del protocollo OAI-PMH, con cui si cerca di indicizzare i documenti sui motori di ricerca inviando loro metadati in formato Xml, in modo da rendere più appetibili e comprensibili i contenuti anche in assenza di link. Per ora, tuttavia, l'unica cosa certa è che oltre il 90 per cento delle informazioni online non sono disponibili attraverso i normali motori di ricerca. Rimane forse da domandarsi: e se lo fosse? E' un traguardo auspicabile?
(25 febbraio 2009)
mercoledì 11 febbraio 2009
USA: TORNADO IN OKLAHOMA, ALMENO 8 MORTI
da bbc.com
Almeno otto persone sono morte a causa di un tornado che ha colpito una cittadina dell'Oklahoma, nel centro degli Stati Uniti. Tre in tutto i tornado che hanno colpito la zona durante la notte, ma solo uno dei tre e' passato fra le abitazioni della citta' di Lone Grove, a meta' fra Oklahoma City e Dallas, in Texas.
''Otto morti sono confermati accanto a 14 feriti'' ha detto Michelann Ooten, del dipartimento per le emergenze dello stato dell'Oklahoma, mentre i media locali parlano addirittura di 15 morti. Gli altri due tornado, secondo le prime informazioni, hanno invece provocato solo danni materiali.
Danni sono stati segnalati anche in altre localita' dello Stato, compresa Edmund, un sobborgo di Oklahoma City. Il ''National Weather Department'' ha lanciato l'allarme per altre probabili trombe d'aria.
Almeno otto persone sono morte a causa di un tornado che ha colpito una cittadina dell'Oklahoma, nel centro degli Stati Uniti. Tre in tutto i tornado che hanno colpito la zona durante la notte, ma solo uno dei tre e' passato fra le abitazioni della citta' di Lone Grove, a meta' fra Oklahoma City e Dallas, in Texas.
''Otto morti sono confermati accanto a 14 feriti'' ha detto Michelann Ooten, del dipartimento per le emergenze dello stato dell'Oklahoma, mentre i media locali parlano addirittura di 15 morti. Gli altri due tornado, secondo le prime informazioni, hanno invece provocato solo danni materiali.
Danni sono stati segnalati anche in altre localita' dello Stato, compresa Edmund, un sobborgo di Oklahoma City. Il ''National Weather Department'' ha lanciato l'allarme per altre probabili trombe d'aria.
AUSTRALIA: SOMMOZZATORE DELLA MARINA ATTACCATO DA SQUALO TORO
Un sommozzatore della marina australiana e' stato attaccato oggi da uno squalo, riportando gravi ferite alla mano e alla coscia destre, nella baia di Sydney, dove un attacco di squali non si registrava dalla fine degli anni '90. Il marinaio scelto Paul Degelder, 31 anni, stava nuotando in superficie con un sub della polizia nella base navale di Garden Island, prendendo parte ad una prova di nuove tecnologie per proteggere porti e navi da attacchi terroristici.
Il comandante della flotta australiana, contrammiraglio Nigel Coates, ha detto che l'attacco e' durato pochi secondi. Benche' ferito, Degelder a colpito a pugni l'animale, mettendolo in fuga, ed e' riuscito a nuotare fino ad un motoscafo della marina, che lo ha fatto salire a bordo e soccorso. Trasportato in ospedale, e' stato sottoposto a chirurgia di emergenza ed e' ricoverato in condizioni critiche, ma stabili.
Secondo l'esperto di squali dello zoo di Sydney, John West, si sarebbe trattato di uno squalo toro, la piu' pericolosa delle specie. In estate gli esemplari entrerebbero nella baia, essendo l'acqua piu' pulita, al seguito di branchi di ricciole, salmoni e altri pesci.
Vi sono stati quattro altri attacchi di squali questa estate in Australia, di cui uno fatale.
Il comandante della flotta australiana, contrammiraglio Nigel Coates, ha detto che l'attacco e' durato pochi secondi. Benche' ferito, Degelder a colpito a pugni l'animale, mettendolo in fuga, ed e' riuscito a nuotare fino ad un motoscafo della marina, che lo ha fatto salire a bordo e soccorso. Trasportato in ospedale, e' stato sottoposto a chirurgia di emergenza ed e' ricoverato in condizioni critiche, ma stabili.
Secondo l'esperto di squali dello zoo di Sydney, John West, si sarebbe trattato di uno squalo toro, la piu' pericolosa delle specie. In estate gli esemplari entrerebbero nella baia, essendo l'acqua piu' pulita, al seguito di branchi di ricciole, salmoni e altri pesci.
Vi sono stati quattro altri attacchi di squali questa estate in Australia, di cui uno fatale.
martedì 10 febbraio 2009
TESTAMENTO BIOLOGICO: COSI' E' REGOLAMENTATO NEL MONDO
In Italia, nell’ultimo periodo, si e’ parlato a lungo di ‘testamento biologico’, ma la normativa ha trovato molti ostacoli sulla sua strada. Ora potrebbe avere una brusca accelerazione con l'epilogo del caso Englaro, che ha acceso i riflettori sulla lacuna legislativa esistente nel nostro Paese. Ma come e' regolata nel mondo la complessa materia del fine vita?
- STATI UNITI D'AMERICA: Sono gli States a regolamentare per primi, con il 'Patient self determination Act', risalente al '91, il Testamento biologico o Testamento di vita (Living will) a conclusione di un lungo confronto iniziato negli anni '70 nelle Corti supreme di vari Stati, nella Corte federale, e nella societa' civile. Oggi e' delineabile la seguente situazione: nutrizione e idratazione sono considerati trattamenti sanitari, non mezzi per il mantenimento della vita; il paziente cosciente e capace puo' rifiutare i trattamenti anche se di sostegno vitale; per quanto riguarda il paziente non piu' cosciente, va rispettato il suo rifiuto di terapie se espresso e documentato in condizioni di capacita'; se il paziente non piu' cosciente non ha espresso, in condizioni di capacita', una propria volonta' sulle cure, la decisione sulle scelte terapeutiche sara' presa da un fiduciario (substituted judgement), solitamente un familiare.
- CANADA: A differenza che negli States, non esiste una politica uniformatrice in materia di 'living will'. Solo in alcuni Stati, come ad esempio Manitoba e Ontario, le direttive anticipate di trattamento hanno valore legale. Negli altri, invece, ogni Provincia assume decisioni autonomamente e in maniera diversa.
- AUSTRALIA: Anche qui, come in Canada, manca una legge uniformatrice, tant'e' che e' in corso un acceso dibattito che vede tuttavia contrapposti coloro che vogliono una normativa che regoli il testamento biologico e i fautori dell'eutanasia, soprattutto per i malati terminali. Vi sono poi, anche in Australia, alcuni Stati che si sono dotati di una legge sul 'Living will', con provvedimenti che ricalcano la normativa statunitense.
In EUROPA non esiste ancora una disciplina sul Testamento biologico recepibile dagli Stati membri, alcuni dei quali, comunque, hanno adottato autonomamente normative in materia.
- BELGIO: E' dal 2002 che nel piccolo Stato europeo e' prevista l'eutanasia, su richiesta esplicita del paziente. Ai cittadini viene riconosciuta anche la possibilita' di predisporre un testamento biologico con dichiarazioni anticipate di trattamento, scegliendo a quali cure sottoporsi e quali rifiutare.
- DANIMARCA: Con una legge sul 'living will' e' stata istituita un'apposita 'Banca dati elettronica', che custodisce le direttive anticipate presentate dai cittadini. In caso di malattia incurabile o di grave incidente, i danesi che hanno depositato il testamento medico - documento che ogni camice bianco e' tenuto a rispettare - possono chiedere l'interruzione delle cure e dei trattamenti, e di non essere tenuti in vita artificialmente. Nel caso di sopravvenuta incapacita', il diritto del malato puo' essere esercitato dai familiari.
- FRANCIA: La materia del fine vita e' regolamentata con una legge del 2005, che riconosce il principio di rifiuto dell'accanimento terapeutico, e prevede che possano essere sospesi o non iniziati gli atti di prevenzione, indagine o cura che appaiano inutili, sproporzionati o non aventi altro effetto che il mantenimento in vita artificiale del paziente. E' riconosciuta la figura del fiduciario, da consultare nel caso il paziente sia incapace di esprimere le proprie volonta'. Se non c'e' direttiva, comunque, la scelta spetta ai medici.
- GERMANIA: Manca una norma ad hoc, ma il testamento biologico trova attuazione nella pratica e conferma nella giurisprudenza. La Corte Suprema federale, infatti, emise nel marzo 2003 una sentenza con la quale dichiarava la legittimita' e il carattere vincolante della 'Patientenverfuegung', termine tedesco che sta per volonta' del paziente, riconducendola 'al diritto di autodeterminazione dell'individuo'. Se non c'e' volonta' scritta, decide il giudice tutelare.
- INGHILTERRA: Realta' analoga a quella tedesca nel Regno Unito, dove il 'living will' e' riconosciuto fin dal 1993, da una consolidata giurisprudenza che ha anche fissato alcune condizioni per la validita' del testamento biologico. L'orientamento britannico su questo delicato tema si e' delineato soprattutto attorno al caso Blond, relativo a un paziente in stato vegetativo che veniva alimentato e idratato artificialmente, proprio come Eluana Englaro. I giudici decisero che i medici non avevano l'obbligo di somministrare trattamenti divenuti inutili a seguito della valutazione scientifica della condizione di vita del paziente e che, quindi, non erano rispondenti al suo 'migliore interesse'. Per cui se il paziente non era in grado di accettare o rifiutare i trattamenti e non aveva rilasciato in precedenza una dichiarazione di volonta' in materia, una volta informati i familiari, si poteva legittimamente procedere all'interruzione dei trattamenti.
- OLANDA: E' notoriamente il primo Paese al mondo che, nel 2001, ha modificato il Codice penale per rendere legali, in alcune circostanze rigorosamente normate, sia l'eutanasia sia il suicidio assistito dal medico. Questa normativa contiene anche la disciplina relativa al testamento biologico. Le dichiarazioni di volonta' possono essere sottoscritte anche da minori, purche' i genitori siano d'accordo se il minore ha fra i 12 e i 16 anni, mentre se ha fra i 16 e i 18 anni e' sufficiente che ne siano stati informati.
- SPAGNA: Le norme sulle dichiarazioni anticipate di volonta' in Spagna sono contenute all'interno di una piu' ampia legge sui diritti dei pazienti entrata in vigore nel 2003. E' dunque riconosciuta al cittadino maggiorenne la facolta' di manifestare anticipatamente e per iscritto la propria volonta' in merito a cure e terapie cui essere sottoposto, nel caso dovesse perdere la capacita' di esprimerle personalmente. Egli puo' inoltre nominare un suo rappresentante, dunque anche qui entra in gioco la figura del fiduciario, che puo' fungere da interlocutore con i medici per realizzare le sue volonta' ed evitare che ci sia accanimento terapeutico.
- STATI UNITI D'AMERICA: Sono gli States a regolamentare per primi, con il 'Patient self determination Act', risalente al '91, il Testamento biologico o Testamento di vita (Living will) a conclusione di un lungo confronto iniziato negli anni '70 nelle Corti supreme di vari Stati, nella Corte federale, e nella societa' civile. Oggi e' delineabile la seguente situazione: nutrizione e idratazione sono considerati trattamenti sanitari, non mezzi per il mantenimento della vita; il paziente cosciente e capace puo' rifiutare i trattamenti anche se di sostegno vitale; per quanto riguarda il paziente non piu' cosciente, va rispettato il suo rifiuto di terapie se espresso e documentato in condizioni di capacita'; se il paziente non piu' cosciente non ha espresso, in condizioni di capacita', una propria volonta' sulle cure, la decisione sulle scelte terapeutiche sara' presa da un fiduciario (substituted judgement), solitamente un familiare.
- CANADA: A differenza che negli States, non esiste una politica uniformatrice in materia di 'living will'. Solo in alcuni Stati, come ad esempio Manitoba e Ontario, le direttive anticipate di trattamento hanno valore legale. Negli altri, invece, ogni Provincia assume decisioni autonomamente e in maniera diversa.
- AUSTRALIA: Anche qui, come in Canada, manca una legge uniformatrice, tant'e' che e' in corso un acceso dibattito che vede tuttavia contrapposti coloro che vogliono una normativa che regoli il testamento biologico e i fautori dell'eutanasia, soprattutto per i malati terminali. Vi sono poi, anche in Australia, alcuni Stati che si sono dotati di una legge sul 'Living will', con provvedimenti che ricalcano la normativa statunitense.
In EUROPA non esiste ancora una disciplina sul Testamento biologico recepibile dagli Stati membri, alcuni dei quali, comunque, hanno adottato autonomamente normative in materia.
- BELGIO: E' dal 2002 che nel piccolo Stato europeo e' prevista l'eutanasia, su richiesta esplicita del paziente. Ai cittadini viene riconosciuta anche la possibilita' di predisporre un testamento biologico con dichiarazioni anticipate di trattamento, scegliendo a quali cure sottoporsi e quali rifiutare.
- DANIMARCA: Con una legge sul 'living will' e' stata istituita un'apposita 'Banca dati elettronica', che custodisce le direttive anticipate presentate dai cittadini. In caso di malattia incurabile o di grave incidente, i danesi che hanno depositato il testamento medico - documento che ogni camice bianco e' tenuto a rispettare - possono chiedere l'interruzione delle cure e dei trattamenti, e di non essere tenuti in vita artificialmente. Nel caso di sopravvenuta incapacita', il diritto del malato puo' essere esercitato dai familiari.
- FRANCIA: La materia del fine vita e' regolamentata con una legge del 2005, che riconosce il principio di rifiuto dell'accanimento terapeutico, e prevede che possano essere sospesi o non iniziati gli atti di prevenzione, indagine o cura che appaiano inutili, sproporzionati o non aventi altro effetto che il mantenimento in vita artificiale del paziente. E' riconosciuta la figura del fiduciario, da consultare nel caso il paziente sia incapace di esprimere le proprie volonta'. Se non c'e' direttiva, comunque, la scelta spetta ai medici.
- GERMANIA: Manca una norma ad hoc, ma il testamento biologico trova attuazione nella pratica e conferma nella giurisprudenza. La Corte Suprema federale, infatti, emise nel marzo 2003 una sentenza con la quale dichiarava la legittimita' e il carattere vincolante della 'Patientenverfuegung', termine tedesco che sta per volonta' del paziente, riconducendola 'al diritto di autodeterminazione dell'individuo'. Se non c'e' volonta' scritta, decide il giudice tutelare.
- INGHILTERRA: Realta' analoga a quella tedesca nel Regno Unito, dove il 'living will' e' riconosciuto fin dal 1993, da una consolidata giurisprudenza che ha anche fissato alcune condizioni per la validita' del testamento biologico. L'orientamento britannico su questo delicato tema si e' delineato soprattutto attorno al caso Blond, relativo a un paziente in stato vegetativo che veniva alimentato e idratato artificialmente, proprio come Eluana Englaro. I giudici decisero che i medici non avevano l'obbligo di somministrare trattamenti divenuti inutili a seguito della valutazione scientifica della condizione di vita del paziente e che, quindi, non erano rispondenti al suo 'migliore interesse'. Per cui se il paziente non era in grado di accettare o rifiutare i trattamenti e non aveva rilasciato in precedenza una dichiarazione di volonta' in materia, una volta informati i familiari, si poteva legittimamente procedere all'interruzione dei trattamenti.
- OLANDA: E' notoriamente il primo Paese al mondo che, nel 2001, ha modificato il Codice penale per rendere legali, in alcune circostanze rigorosamente normate, sia l'eutanasia sia il suicidio assistito dal medico. Questa normativa contiene anche la disciplina relativa al testamento biologico. Le dichiarazioni di volonta' possono essere sottoscritte anche da minori, purche' i genitori siano d'accordo se il minore ha fra i 12 e i 16 anni, mentre se ha fra i 16 e i 18 anni e' sufficiente che ne siano stati informati.
- SPAGNA: Le norme sulle dichiarazioni anticipate di volonta' in Spagna sono contenute all'interno di una piu' ampia legge sui diritti dei pazienti entrata in vigore nel 2003. E' dunque riconosciuta al cittadino maggiorenne la facolta' di manifestare anticipatamente e per iscritto la propria volonta' in merito a cure e terapie cui essere sottoposto, nel caso dovesse perdere la capacita' di esprimerle personalmente. Egli puo' inoltre nominare un suo rappresentante, dunque anche qui entra in gioco la figura del fiduciario, che puo' fungere da interlocutore con i medici per realizzare le sue volonta' ed evitare che ci sia accanimento terapeutico.
'FAMIGLIA CRISTIANA': ITALIA PRECIPITA VERSO LEGGI RAZZIALI. DENUNCIA DI MARONI
L’editoriale d’apertura di Famiglia Cristiana di questa settimana e’ dedicato agli ultimi provvedimenti del Governo sulla sicurezza. "Il soffio ringhioso di una politica miope e xenofoba – scrive il settimanale -, che spira nelle osterie padane, e' stato sdoganato nell'aula del Senato della Repubblica. E dire che Beppe Pisanu, ex ministro dell'Interno con la schiena dritta, aveva messo in guardia circa quella brama di menare le mani, gia' colpevole attorno ai tavoli del bar. Nessuno ha colto il suo grido d'allarme e l'Italia precipita, unico Paese occidentale, verso il baratro di leggi razziali, con medici invitati a fare la spia e denunciare i clandestini (col rischio che qualcuno muoia per strada o diffonda epidemie), cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari, al pari dei ''Bravi'' di don Rodrigo, registri per i barboni, prigionieri virtuali solo perche' poveri estremi, permesso di soggiorno a punti e costosissimo''.
''La 'cattiveria', invocata dal ministro Maroni, e' diventata politica di Governo, trasformata in legge -si legge ancora nell'editoriale -. Cosi', questo Paese, gia' abbastanza 'cattivo' con i piu' deboli, lo diventera' ancora di piu': si e' varcato il limite che distingue il rigore della legge dall'accanimento persecutorio. Il ricatto della Lega, di cui sono succubi maggioranza e presidente del Consiglio, mette a rischio lo Stato di diritto. La fantasia del 'cattivismo' padano fa strame dei diritti di uomini, donne e bambini venuti nel nostro Paese in fuga da fame, guerre, carestie, in attesa di un permesso di soggiorno (a margine: che credibilita' ha il progetto di un'Italia federalista in mano alla Lega?)''.
''Eppure, nessuna indignazione da parte dei cattolici della maggioranza, nessun sussulto di dignita' in nome del Vangelo: peccano di omissione e continuano a ingoiare ''rospi'' padani senza battere ciglio, ignari della dottrina sociale della Chiesa". La Lega – conclude l’editoriale -, invece, esulta. Finalmente, il 'bastone padano', evocato da Borghezio nel 1999, oggi e' strumento d'ordine autorizzato dal Parlamento''.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si e’ detto "profondamente indignato e offeso dalle deliranti dichiarazioni di 'Famiglia Cristiana'. E' un attacco di violenza inaudita nei toni e nei contenuti – ha detto -, tanto piu' inaccettabile in quanto si fonda su presupposti palesemente falsi".
"Le norme del pacchetto sicurezza all'esame del Parlamento Italiano – ha detto il ministro - sono gia' in vigore in molti Paesi europei, senza che i Governi di questi stessi Paesi siano mai stati insultati con tanta violenza come 'Famiglia Cristiana' fa regolarmente con quello italiano. Per tutelare la mia onorabilita' e quella della carica che ricopro ho deciso quindi – ha concluso Maroni - di dare mandato ai miei legali di agire in ogni sede civile e pensale per contrastare questa aggressione premeditata da parte di chi usa consapevolmente la violenza di affermazioni false per combattere chi ha opinioni diverse dalle proprie".
Walter Veltroni ha appoggiato il settimanale e, facendo sue le parole di ‘Famiglia Cristiana’, ha detto: ''L'Italia sta precipitando verso le leggi razziali. E adesso il ministro Maroni denunci anche me''.
''La 'cattiveria', invocata dal ministro Maroni, e' diventata politica di Governo, trasformata in legge -si legge ancora nell'editoriale -. Cosi', questo Paese, gia' abbastanza 'cattivo' con i piu' deboli, lo diventera' ancora di piu': si e' varcato il limite che distingue il rigore della legge dall'accanimento persecutorio. Il ricatto della Lega, di cui sono succubi maggioranza e presidente del Consiglio, mette a rischio lo Stato di diritto. La fantasia del 'cattivismo' padano fa strame dei diritti di uomini, donne e bambini venuti nel nostro Paese in fuga da fame, guerre, carestie, in attesa di un permesso di soggiorno (a margine: che credibilita' ha il progetto di un'Italia federalista in mano alla Lega?)''.
''Eppure, nessuna indignazione da parte dei cattolici della maggioranza, nessun sussulto di dignita' in nome del Vangelo: peccano di omissione e continuano a ingoiare ''rospi'' padani senza battere ciglio, ignari della dottrina sociale della Chiesa". La Lega – conclude l’editoriale -, invece, esulta. Finalmente, il 'bastone padano', evocato da Borghezio nel 1999, oggi e' strumento d'ordine autorizzato dal Parlamento''.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si e’ detto "profondamente indignato e offeso dalle deliranti dichiarazioni di 'Famiglia Cristiana'. E' un attacco di violenza inaudita nei toni e nei contenuti – ha detto -, tanto piu' inaccettabile in quanto si fonda su presupposti palesemente falsi".
"Le norme del pacchetto sicurezza all'esame del Parlamento Italiano – ha detto il ministro - sono gia' in vigore in molti Paesi europei, senza che i Governi di questi stessi Paesi siano mai stati insultati con tanta violenza come 'Famiglia Cristiana' fa regolarmente con quello italiano. Per tutelare la mia onorabilita' e quella della carica che ricopro ho deciso quindi – ha concluso Maroni - di dare mandato ai miei legali di agire in ogni sede civile e pensale per contrastare questa aggressione premeditata da parte di chi usa consapevolmente la violenza di affermazioni false per combattere chi ha opinioni diverse dalle proprie".
Walter Veltroni ha appoggiato il settimanale e, facendo sue le parole di ‘Famiglia Cristiana’, ha detto: ''L'Italia sta precipitando verso le leggi razziali. E adesso il ministro Maroni denunci anche me''.
GRAN BRETAGNA: RICERCATO PER OMICIDIO ADESCA DONNE SU FACEBOOK
Caccia al killer sulle pagine di Facebook: un sospetto assassino, ricercato in Gran Bretagna per l'omicidio della sua ex compagna, starebbe utilizzando il sito per contattare nuove potenziali vittime. George Appleton, 40 anni, e' stato descritto dalla polizia - che sta indagando sulla morte della 36enne Clare Wood, il cui corpo semi-carbonizzato e' stato trovato venerdi' scorso nella sua abitazione di Salford, vicino a Manchester, - come ''una grave minaccia per le donne''.
Gli agenti hanno gia' raggiunto e avvertito diverse donne che l'uomo aveva contattato su Facebook e su altri siti di incontri, dicendo loro di non incontrarlo di persona per nessun motivo. Appleton e la Wood, madre di una bambina di 10 anni, si erano lasciati di recente dopo una relazione piuttosto lunga e vivevano a poca distanza l'uno dall'altra. Appleton e' un regolare utente di Facebook e utilizza diversi soprannomi nei vari siti di incontri di cui fa parte.
Gli agenti hanno gia' raggiunto e avvertito diverse donne che l'uomo aveva contattato su Facebook e su altri siti di incontri, dicendo loro di non incontrarlo di persona per nessun motivo. Appleton e la Wood, madre di una bambina di 10 anni, si erano lasciati di recente dopo una relazione piuttosto lunga e vivevano a poca distanza l'uno dall'altra. Appleton e' un regolare utente di Facebook e utilizza diversi soprannomi nei vari siti di incontri di cui fa parte.
lunedì 9 febbraio 2009
TV: IN ONDA 'GRANDE FRATELLO', MENTANA NON CI STA E SI DIMETTE
Mediaset, nonostante la morte di Eluana Englaro, manda in onda il ''Grande Fratello'' e Enrico Mentana si dimette. In una nota, infatti, ha annunciato che domani rassegnera' le dimissioni da direttore editoriale per protesta contro la decisione della stessa azienda che, ''di fronte a un dramma che scuote il Paese intero, ha deciso di non cambiare di una virgola la sua programmazione di stasera su Canale 5, nonostante sia il Tg5 sia Matrix fossero pronti a aprire finestre informative sulla morte di Eluana''.
''Non e' cosi' - ha detto Mentana, mentre su Canale 5 va in onda il reality - che si fa informazione su una grande rete nazionale. Non esiste solo l'audience. Simili scelte tolgono credibilita' a chi le compie e personalmente non ho nessuna intenzione di avallarle. Stasera su Canale 5 il dramma e' quello della cacciata di una concorrente dal Grande Fratello. A mezzanotte, se va bene, si parlera' di Eluana, a Matrix. Andremo in onda comunque, per dovere di informare. Domani pero' - ha concluso - rassegnero' le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset, per un altro dovere, quello di coerenza''.
Il senatore del Gruppo Misto, Riccardo Villari, ha espresso solidarieta' ad Enrico Mentana, ''giornalista di razza e dalla schiena dritta, per la sua decisione di dimettersi, a seguito della scelta di Mediaset di trasmettere il Grande Fratello, come se nulla fosse accaduto''.
''Penso che Mentana - ha concluso Villari - stia dando una lezione di autonomia, indipendenza, professionalita' e correttezza, tanto piu' significativa in quanto viene in un momento cosi' delicato per il Paese e anche per l'informazione di questo Paese''.
Il senatore Vincenzo Vita (Pd) parla invece di ''resa alle ragioni del palinsesto, che prevalgono rispetto alle parole spese in questi giorni. Dalle reti di proprieta' del presidente del Consiglio - ha affermato Vita in una nota - era forse lecito aspettarsi una scelta diversa, alla luce della tanto sbandierata genuinita' dell'interessamento del premier alla tragica vicenda della famiglia Englaro. Constatiamo che la logica del Grande Fratello ha prevalso''.
Il direttore generale informazione di Mediaset, Mauro Crippa, ha preso atto delle dimissioni di Enrico Mentana da direttore editoriale, accettandole, ma ha sottolineato anche che Cologno Monzese ha seguito gli sviluppi del caso Englaro con una lunga diretta del Tg4 e con una finestra di Studio Aperto. Crippa annuncia anche che dopo il Grande Fratello ci sara' spazio per uno speciale del Tg5 sulla vicenda e quindi Matrix non andra' in onda.
''Mentana - ha sottolineato Crippa - e' un giornalista di grande esperienza che conosce bene le regole della tv commerciale che gli hanno consentito e gli consentono di lavorare in piena liberta' e autonomia editoriale. Non posso che prendere atto, e di fatto accettare, queste dimissioni - ha concluso - ma anche Mediaset ha una sua coerenza e pertanto questa sera dopo il Grande Fratello andra' in onda un'edizione speciale del Tg5 dedicata al caso di Eluana Englaro''.
''Non e' cosi' - ha detto Mentana, mentre su Canale 5 va in onda il reality - che si fa informazione su una grande rete nazionale. Non esiste solo l'audience. Simili scelte tolgono credibilita' a chi le compie e personalmente non ho nessuna intenzione di avallarle. Stasera su Canale 5 il dramma e' quello della cacciata di una concorrente dal Grande Fratello. A mezzanotte, se va bene, si parlera' di Eluana, a Matrix. Andremo in onda comunque, per dovere di informare. Domani pero' - ha concluso - rassegnero' le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset, per un altro dovere, quello di coerenza''.
Il senatore del Gruppo Misto, Riccardo Villari, ha espresso solidarieta' ad Enrico Mentana, ''giornalista di razza e dalla schiena dritta, per la sua decisione di dimettersi, a seguito della scelta di Mediaset di trasmettere il Grande Fratello, come se nulla fosse accaduto''.
''Penso che Mentana - ha concluso Villari - stia dando una lezione di autonomia, indipendenza, professionalita' e correttezza, tanto piu' significativa in quanto viene in un momento cosi' delicato per il Paese e anche per l'informazione di questo Paese''.
Il senatore Vincenzo Vita (Pd) parla invece di ''resa alle ragioni del palinsesto, che prevalgono rispetto alle parole spese in questi giorni. Dalle reti di proprieta' del presidente del Consiglio - ha affermato Vita in una nota - era forse lecito aspettarsi una scelta diversa, alla luce della tanto sbandierata genuinita' dell'interessamento del premier alla tragica vicenda della famiglia Englaro. Constatiamo che la logica del Grande Fratello ha prevalso''.
Il direttore generale informazione di Mediaset, Mauro Crippa, ha preso atto delle dimissioni di Enrico Mentana da direttore editoriale, accettandole, ma ha sottolineato anche che Cologno Monzese ha seguito gli sviluppi del caso Englaro con una lunga diretta del Tg4 e con una finestra di Studio Aperto. Crippa annuncia anche che dopo il Grande Fratello ci sara' spazio per uno speciale del Tg5 sulla vicenda e quindi Matrix non andra' in onda.
''Mentana - ha sottolineato Crippa - e' un giornalista di grande esperienza che conosce bene le regole della tv commerciale che gli hanno consentito e gli consentono di lavorare in piena liberta' e autonomia editoriale. Non posso che prendere atto, e di fatto accettare, queste dimissioni - ha concluso - ma anche Mediaset ha una sua coerenza e pertanto questa sera dopo il Grande Fratello andra' in onda un'edizione speciale del Tg5 dedicata al caso di Eluana Englaro''.
DROGA: FUMARE MARIJUANA AUMENTA DEL 50% RISCHIO CANCRO TESTICOLI
La passione per la marijuana puo' giocare brutti scherzi ai ragazzi. Uno studio pubblicato su 'Cancer' ha infatti scoperto un legame tra un uso frequente o prolungato di marijuana e l'aumento del rischio di tumore ai testicoli. La ricerca, condotta su 369 uomini dai 18 ai 44 anni, rileva che fra i consumatori abituali di questa sostanza il rischio raddoppia rispetto ai coetanei che non hanno mai fumato uno spinello.
La ricerca, realizzata al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle (Usa), per la prima volta indaga sul legame tra marijuana e questo tipo di tumore. Il campione, tutto composto da pazienti con cancro ai testicoli, e' stato sottoposto a un questionario e le risposte sono state poi confrontane con quelle di mille coetanei apparentemente sani. Anche tenendo conto di altri fattori di rischio, sembra proprio che il fatto di consumare marijuana comporti un 70% di pericolo in piu', mentre per chi la fuma regolarmente o fin da giovanissimo pare che il rischio di ammalarsi di cancro ai testicoli sia ben il doppio rispetto a chi non l'ha mai provata.
Secondo Janet Daling, fra gli autori della ricerca, la puberta' potrebbe essere una 'finestra' nel corso della quale i ragazzi sono piu' vulnerabili a fattori ambientali, come le sostanze chimiche presenti nella marijuana.
La ricerca, realizzata al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle (Usa), per la prima volta indaga sul legame tra marijuana e questo tipo di tumore. Il campione, tutto composto da pazienti con cancro ai testicoli, e' stato sottoposto a un questionario e le risposte sono state poi confrontane con quelle di mille coetanei apparentemente sani. Anche tenendo conto di altri fattori di rischio, sembra proprio che il fatto di consumare marijuana comporti un 70% di pericolo in piu', mentre per chi la fuma regolarmente o fin da giovanissimo pare che il rischio di ammalarsi di cancro ai testicoli sia ben il doppio rispetto a chi non l'ha mai provata.
Secondo Janet Daling, fra gli autori della ricerca, la puberta' potrebbe essere una 'finestra' nel corso della quale i ragazzi sono piu' vulnerabili a fattori ambientali, come le sostanze chimiche presenti nella marijuana.
'EL PAIS': TENTATIVO DI GOLPE. Berlusconi proclama la sua 'pulsione di dittatura'
da elpais.com
di Paolo Flores D'Arcais, filosofo e direttore di ''Micromega''
Quello che Berlusconi sta cercando di fare e' un vero e proprio tentativo di golpe morale ed istituzionale. Vuole imporre al paese una legge medievale, che mira a togliere alle persone il diritto di decidere sulla propria vita e sul proprio corpo, per consegnarlo alla volontà totalitaria della Chiesa e dello Stato. E, in tal modo, nonostante tutte le decisioni adottate in tal senso da parte della magistratura (di ogni ordine e grado, compreso quello europeo) e il rifiuto del Capo dello Stato a firmare un decreto legge palesemente incostituzionale, Berlusconi ha annunciato che intende stravolgere legge e Costituzione con una seduta fiume del Parlamento e con proclami diretti al 'popolo' (cioe' ai telespettatori che manipola in forza del suo monopolio televisivo totalitario).
Il caso di Eluana Englaro è chiarissimo: in stato vegetativo da 17 anni, in stato vegetativo permanente da diciassette anni, aveva espresso al padre e agli amici la sua ferma volonta' di non essere 'salvata' da nessuna macchina, se mai le fosse accaduto quello che era accaduto ad una sua amica. Tale volonta' e' stata giudicata inequivocabile dai tribunali che si sono dovuti pronunciare, e quindi una sentenza definitiva e inappellabile ha consentito che a Eluana venisse 'staccata la spina'.
D'altro canto, la Costituzione italiana garantisce al cittadino il rifiuto di qualsiasi trattamento medico, anche quando la mancanza di esso possa provocare la morte. Non si puo' imporre, inoltre, l'alimentazione forzata.
Berlusconi ha deciso di aprire un vero e proprio 'casus belli', dichiarando la sua intenzione di cambiare immediatamente la Costituzione, dichiarando di voler cambiare immediatamente la Costituzione per poter governare sistematicamente con decreti-legge, senza le 'lungaggini' delle discussione parlamentari, proclamando così in modo aperto la sua pulsione di dittatura. L’Italia entra perciò in un periodo di emergenza democratica assoluta, tanto più grave in quanto l’Europa sembra ancora non rendersi conto della serietà della vocazione totalitaria di Berlusconi.
Nel paese è partito immediatamente un tam-tam mediatico di cittadini che vogliono auto-organizzare l’opposizione alle azioni liberticide del governo. Manca invece una reazione degna del nome da parte del Partito democratico di Veltroni, ormai impantanato nella sua subalternità psicologica e culturale al berlusconismo, malgrado le dichiarazioni di Berlusconi non lascino ormai adito a dubbi: il suo governo vuole distruggere ogni forma di controllo, ogni limite, ogni “balance”, ogni autonomia, che intralci la dittatura di fatto del governo.
Magistrati, giornalisti, sindacati e, piu' in generale, tutti i cittadini impegnati, vengono dichiarati 'comunisti', o magari vicini al terrorismo, solo perche' non si piegano ad un governo eversivo che sta facendo a pezzi la democrazia liberale in Italia.
di Paolo Flores D'Arcais, filosofo e direttore di ''Micromega''
Quello che Berlusconi sta cercando di fare e' un vero e proprio tentativo di golpe morale ed istituzionale. Vuole imporre al paese una legge medievale, che mira a togliere alle persone il diritto di decidere sulla propria vita e sul proprio corpo, per consegnarlo alla volontà totalitaria della Chiesa e dello Stato. E, in tal modo, nonostante tutte le decisioni adottate in tal senso da parte della magistratura (di ogni ordine e grado, compreso quello europeo) e il rifiuto del Capo dello Stato a firmare un decreto legge palesemente incostituzionale, Berlusconi ha annunciato che intende stravolgere legge e Costituzione con una seduta fiume del Parlamento e con proclami diretti al 'popolo' (cioe' ai telespettatori che manipola in forza del suo monopolio televisivo totalitario).
Il caso di Eluana Englaro è chiarissimo: in stato vegetativo da 17 anni, in stato vegetativo permanente da diciassette anni, aveva espresso al padre e agli amici la sua ferma volonta' di non essere 'salvata' da nessuna macchina, se mai le fosse accaduto quello che era accaduto ad una sua amica. Tale volonta' e' stata giudicata inequivocabile dai tribunali che si sono dovuti pronunciare, e quindi una sentenza definitiva e inappellabile ha consentito che a Eluana venisse 'staccata la spina'.
D'altro canto, la Costituzione italiana garantisce al cittadino il rifiuto di qualsiasi trattamento medico, anche quando la mancanza di esso possa provocare la morte. Non si puo' imporre, inoltre, l'alimentazione forzata.
Berlusconi ha deciso di aprire un vero e proprio 'casus belli', dichiarando la sua intenzione di cambiare immediatamente la Costituzione, dichiarando di voler cambiare immediatamente la Costituzione per poter governare sistematicamente con decreti-legge, senza le 'lungaggini' delle discussione parlamentari, proclamando così in modo aperto la sua pulsione di dittatura. L’Italia entra perciò in un periodo di emergenza democratica assoluta, tanto più grave in quanto l’Europa sembra ancora non rendersi conto della serietà della vocazione totalitaria di Berlusconi.
Nel paese è partito immediatamente un tam-tam mediatico di cittadini che vogliono auto-organizzare l’opposizione alle azioni liberticide del governo. Manca invece una reazione degna del nome da parte del Partito democratico di Veltroni, ormai impantanato nella sua subalternità psicologica e culturale al berlusconismo, malgrado le dichiarazioni di Berlusconi non lascino ormai adito a dubbi: il suo governo vuole distruggere ogni forma di controllo, ogni limite, ogni “balance”, ogni autonomia, che intralci la dittatura di fatto del governo.
Magistrati, giornalisti, sindacati e, piu' in generale, tutti i cittadini impegnati, vengono dichiarati 'comunisti', o magari vicini al terrorismo, solo perche' non si piegano ad un governo eversivo che sta facendo a pezzi la democrazia liberale in Italia.
mercoledì 4 febbraio 2009
NASCE 'GOOGLE LATITUDE', COL CELLULARE SEGUI GLI SPOSTAMENTI DEI TUOI AMICI
Il fatto che Internet ha abbattuto le barriere geografiche non vuol dire che Google non si preoccupi di geografia. Mercoledi’, infatti, la societa’ lancera’ un nuovo software, chiamato ‘Latitude’, che, tramite il cellulare, consentira’ agli utenti di visualizzare la posizione geografica dei propri contatti.
"Google Latitude – afferma il product manager del software, Steve Lee - consente di condividere la nostra posizione con amici e familiari e permette inoltre di vedere la posizione degli altri. Ad esempio, una ragazza puo’ utilizzarlo per vedere se il fidanzato è arrivato in un determinato ristorante o se e’ ancora lontano".
Il software funziona grazie ad una tecnologia di localizzazione e mappatura. La posizione, secondo i creatori del software, e’ un elemento importante e Google vede i suoi servizi geografici come un metodo per avvicinare tutti gli utenti che oggi utilizzano la grande G principalmente per il regno di Internet.
Naturalmente e’ in atto anche un discorso economico: Google spera che la tecnologia di mappatura dara’ vita a nuove forme di pubblicita’ basate sulla posizione geografica.
"Google Latitude – afferma il product manager del software, Steve Lee - consente di condividere la nostra posizione con amici e familiari e permette inoltre di vedere la posizione degli altri. Ad esempio, una ragazza puo’ utilizzarlo per vedere se il fidanzato è arrivato in un determinato ristorante o se e’ ancora lontano".
Il software funziona grazie ad una tecnologia di localizzazione e mappatura. La posizione, secondo i creatori del software, e’ un elemento importante e Google vede i suoi servizi geografici come un metodo per avvicinare tutti gli utenti che oggi utilizzano la grande G principalmente per il regno di Internet.
Naturalmente e’ in atto anche un discorso economico: Google spera che la tecnologia di mappatura dara’ vita a nuove forme di pubblicita’ basate sulla posizione geografica.
Iscriviti a:
Post (Atom)